La F1 preoccupata dagli ultimi sviluppi dell’Horner-Gate

Mohammed Ben Sulayem, presidente della FIA, si è detto in ansia per gli effetti dell'Horner-Gate sulla F1

A poche ore dallo spegnimento dei semafori per la prima gara del Campionato del Mondo di F1 tiene ancora banco la vicenda che investe la Red Bull e, nello specifico, Chris Horner.

L’Horner-Gate sembrava essersi chiuso con la nota che dava conto della conclusione dell’indagine interna che avrebbe scagionato il team principal inglese. Ma i leak circolati l’indomani (giovedì) hanno riaperto la vicenda, tanto che sia la FIA che Liberty Media hanno fatto intendere di volerne capire di più a seguito di un incontro  tra le parti organizzato in maniera piuttosto repentina.

Place de la Concorde, che ha introdotto nelle norme sportive il codice etico del Comitato Olimpico Internazionale, e la FOM sono seriamente in tensione degli effetti negativi che questa faccenda dai contorni indefiniti può generare sulla Formula Uno nel suo insieme. 

Christian Horner - Team principal Oracle Red Bull Racing
Christian Horner – Team principal Oracle Red Bull Racing

Horner-Gate: Mohammed Ben Sulayem preoccupato per la F1

Mohammed Ben Sulayem, uno che dell’interventismo ha fatto un credo operativo, ha manifestato concreto timore per la piega che l’intera faccenda sta prendendo negli ultimi tempi: “Sta danneggiando lo sport”, ha detto l’ex rallista al Financial Times

Ben Sulayem, conscio di essersi spinto troppo oltre con la vicenda che ha toccato Toto Wolff e sua moglie Susie Stoddart, ha frenato gli istinti spiegando che un’azione disciplinare non è in programma se non arriva una denuncia formale che la apra. 

L’indagine intrapresa dalla Red Bull è stata approfondita. Ma è fondamentale proteggere il nostro sport da tutto questo. La F1 sta diventando enormemente popolare, dobbiamo goderci l’inizio di stagione. Perché la stiamo mettendo in ombra con questa negatività?”.

Negatività che provengono dall’esterno e che si sono materializzate con una e-mail anonima in cui sono contenuti dati sensibili che bisogna capire se i legali della Red Bull hanno veramente vagliato in sede di inchiesta. 

Ma anche il ventre della F1 sta contribuendo a rendere il quadro poco leggibile. La sensazione è che il team campione del mondo abbia chiuso troppo frettolosamente l’indagine. Cosa successa, forse, per la doppia pressione esercitata dalla FOM e dalla Ford che esige risposte chiare per non rompere un legame tecnico e commerciale che oggi non sembra essere poi così monolitico.


Crediti foto: XPB Images, Oracle Red Bull Racing

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