La Formula 1 si avvia verso i test invernali (qui gli orari TV) e quindi verso l’inizio di un campionato del mondo che sancisce l’ultimo anno del contesto normativo vigente. Le novità, sul fronte power unit, sono prossime allo zero. Un piccola modifica riguarda invece l’uso delle trasmissioni.
Dal report dell’ultima riunione della F1 Commission, infatti, è emerso quanto segue: “Eliminazione del limite al numero di cambi utilizzabili dalle squadre, poiché l’affidabilità dei progetti attuali rende questa restrizione obsoleta”. Nulla, come anticipato poc’anzi, per quanto riguarda le unità di potenza turbo-ibride, che restano ben ibernate con la sola possibilità di essere “ritoccate” per quanto riguarda questioni di affidabilità. Cosa che ha fatto la Ferrari, come abbiamo evidenziato in questo focus: leggi qui.
F1: l’ottimizzazione dell’affidabilità l’unico strumento per recuperare “gocce” di prestazioni
La Ferrari ha cercato di raschiare il fondo del barile, nell’accezione positiva della figura retorica, confermando l’introduzione di modifiche che riguarderanno in particolare la gestione dei componenti e l’ottimizzazione delle prestazioni, senza alterare l’architettura del sei cilindri.
”Abbiamo implementato alcuni aggiornamenti per l’affidabilità che debutteranno a inizio campionato. Se tutto procederà come previsto, non ci saranno ulteriori modifiche nel corso dell’anno”, ha spiegato Enrico Gualtieri che punta a una strategia che dovrebbe permettere alla squadra modenese di contare su componenti con specifiche identiche dal primo all’ultimo motore utilizzato nell’arco delle 24 gare, evitando le variazioni che in passato venivano introdotte per risolvere problemi di affidabilità. La gestione della rotazione dei componenti così aggiornata permetterà, quindi, di sfruttare il massimo potenziale di ogni propulsore per l’intera durata prevista.
Il Cavallino Rampante non è l’unico motorista ad aver operato in questo senso. Nella passata stagione le unità propulsive Honda hanno avuto qualche problemino di troppo che, alla lunga, è stato affrontato andando ad agire sui livelli di performance. Cosa che in questo 2025, ultimo anno di collaborazione con Red Bull e Visa Cash App Racing Bulls, si intende superare per offrire motori in grado di competere ad armi pari con Ferrari e Mercedes.

F1 – Honda sulla scia della Ferrari: power unit migliorata sull’affidabilità col fine di aumentare le performance
Dal Giappone hanno fatto sapere che ogni anno vengono apportate piccole modifiche alle specifiche in risposta alle richieste del team nel momento in cui il V6 va installato su una nuova vettura. Non sono stati nascosti alcuni problemi con l’affidabilità, quindi gli ingegneri hanno deciso, come successo con Ferrari, di fare qualche piccolo aggiornamento in ossequio alle ristrettezze imposte dalle norme vigenti.
Honda pare abbia operato su alcuni sensori col fine di migliorare l’affidabilità. Spingere su ogni dettaglio in modo da non perdere terreno in un contesto di prossimità di valori in cui sono proprio le minuzie a giocare un ruolo decisivo.
I problemi della power unit Honda si erano manifestati laddove serviva una precisa gestione della quota elettrica. Dal Giappone hanno parlato di piste come Shanghai e Suzuka, in cui i cicli di ricarica della parte ibrida non sono stati il massimo dell’efficienza. Il propulsore turbo-ibrido ha sofferto in presenza di molti allunghi intervallati da curve ad alta velocità. Fasi senza respiro in cui erano nate delle difficoltà che ora Honda pensa di aver risolto.
Stagione tutt’altro che di transizione per il motorista giapponese che, pur avendo iniziato la collaborazione con Aston Martin in vista del 2026, intende chiudere in bellezza il proficuo legame con Red Bull e magari salutarsi da Campioni del Mondo. Quello del 2024 è stato vissuto come uno smacco molto grosso dalla casa di Sakura che non intende starsene a guardare.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Honda