“Ora arriva, sta per succedere, non può non giungere. Vabbè, stanno per decidere”. Libera interpretazione dei pensieri di chi ieri era davanti alla televisione in attesa che la gara ripartisse. La sospensione temporale scaturiva dalla decisione dei giudici di gara sulla manovra improvvida di cui si è reso protagonista Kevin Magnussen.
Evidentemente sia noi narratori del motorsport che i tifosi hanno un metro valutativo diverso da quello dei decisori. La mossa che ha fatto fuori tre auto e che rischiava di far danni fisici seri non è stata nemmeno valutata dalla commissione. Perché? Semplice, se l’avessero fatto il danese non l’avrebbe passata liscia.

E invece Kevin da Roskilde l’ha fatta franca. In barba al regolamento, alla faccia della giurisprudenza (esiste?) e in spregio al buonsenso. Sanzionare Magnussen avrebbe significato tenerlo a riposo per una gara per aver superato il limite del punteggio concesso dalla Superlicenza. Questo spiega l’atteggiamento inaccettabilmente pilatesco dei commissari FIA.
Magnussen già a Miami aveva dato il peggio di sè nel tappare illegalmente Lewis Hamilton. Pratica che replicava un episodio analogo andato in scena a inizio stagione. Un modo di agire non celato e candidamente ammesso ai microfoni col tono sfidante di chi ha trovato un cavillo legale e lo sfrutta facendosi beffe dei colleghi.
Gli steward di Monaco hanno pensato di aprire un fascicolo sul contatto tra Sainz e Piastri per poi chiuderlo con il classico “no further action”. Hanno comprensibilmente penalizzato Ocon che, per carità, era colpevole. Ma non lo era meno del danese della Haas che forse merita di scivolare via dalla Formula 1 senza un rinnovo che a questo punto non auspichiamo.

In chiusura, viene da chiedersi quale credibilità abbia un giudice che finge di non vedere, che gira lo sguardo dall’altro lato, che solleva dalle sue evidenti responsabilità il reo per evitare un appiedamento codificato nel testo di riferimento della Formula Uno. A chi fa bene questo modo ridicolo di muoversi?
Di tanto in tanto siamo qua a porci queste domande. Il Circus, prima o poi, vorrà mostrarsi coerente? L’arbitrarietà del giudice è una pericolosa deriva che andrebbe arginata. Si faccia in fretta perché non è un buon segnale quello lanciato ieri. I piloti devono capire che esistono limiti invalicabili. Nel caso di Magnussen sono stati rimossi. Se il danese si sentirà autorizzato a fare peggio sapremo a chi rivolgerci.
Crediti foto: F1