Quest’anno faremo meglio a smetterla di lavorare sulle anteprime strategiche delle singole gare di F1. Quando cerchiamo di costruire un articolo che anticipi le mosse dei protagonisti in pista, ci basiamo ovviamente su ciò che abbiamo osservato nelle simulazioni di passo gara effettuate durante i turni di prove libere, ma anche, e soprattutto, sulle indicazioni fornite da Pirelli tramite i suoi canali ufficiali e dai suoi rappresentanti, come Mario Isola, che di certo non è l’ultimo degli sprovveduti.
Tuttavia, come accaduto a Monza e in altre occasioni, le previsioni pre-gara sono miseramente fallite. Per il Gran Premio degli Stati Uniti si prevedeva una strategia a doppia sosta, come abbiamo riportato anche nella nostra anteprima, che potete leggere qui. Mostriamo il tutto con onestà, senza timore di ammettere quando si commette un errore di valutazione. Non abbiamo bisogno di vendere l’immagine dell’esser perfetti: se sbagliamo, chiediamo scusa e cerchiamo di capire dove abbiamo mancato.
Come avrete visto cliccando sul link, il piano tattico migliore sarebbe dovuto essere quello di partire con gomme medie (cosa che Pirelli aveva previsto correttamente), per poi passare alle dure e terminare con un ultimo stint su gomme medie. Pirelli preconizzato aveva previsto che lo stress generato dalle spinte laterali, che causano un notevole slittamento in segmenti come lo Snake, avrebbe potuto portare a gravi problemi di degrado termico. Complice la riasfaltatura che ha fatto perdere punti di riferimento, tutto ciò non si è verificato.

F1, Pirelli: gomme troppo durevoli che non favoriscono l’azione
Al di là degli errori nelle previsioni future, rimane il problema (se così lo si può definire) di pneumatici troppo durevoli. È come se Pirelli fosse stata troppo conservativa nella progettazione del materiale per il 2024, una scelta non autonoma, che segue le linee guida imposte da chi è preposto a tracciare la direzione della Formula 1. Il produttore si aspettava un aumento medio della deportanza nel 2024 e ha adattato carcasse e mescole in modo da evitare gli effetti negativi del maggiore peso che grava sugli pneumatici.
Questo, unito a mescole ancora troppo dure, fa sì che i team preferiscano gestire piuttosto che attaccare, evitando così di fermarsi più di una volta. Un esempio lampante di questa situazione è la gara di George Russell, che, partendo dalla pit lane, è riuscito a rimontare fino alla sesta posizione prolungando il primo stint con gomme dure fino al quarantesimo giro, praticamente oltre i due terzi del GP. La sensazione è che avrebbe potuto arrivare fino al traguardo se le regole non gli avessero imposto un secondo pit stop per montare un’altra specifica di pneumatici.
Il Gran Premio texano ha offerto una discreta dose di spettacolo, anche se nulla che ci abbia fatto sobbalzare dalle sedie. Tuttavia, in alcuni punti, è stato un inno alla gestione piuttosto che un’ode alla battaglia sportiva. Questo accade perché le gomme non offrono il livello di degrado necessario per movimentare gli eventi. È una politica stabilita a tavolino da Liberty Media insieme alla FIA e soprattutto a Pirelli, che si fanno esecutori di direttive più alte.
Va anche detto che probabilmente qualche modello previsionale non funziona, poichè le simulazioni fatte dal costruttore e dai team vengono spesso smentite quando le vetture iniziano a girare, accumulando dati che forniscono piani strategici completamente diversi da quelli teorizzati.

F1, Pirelli: il paradosso delle gomme imprevedibili. Ma al ribasso
Il paradosso è che questo genera gare imprevedibili, cosa che sulla carta dovrebbe essere un aspetto positivo. Tuttavia, non assistiamo a Gran Premi ricchi di azione, ma a gare in cui le soste vengono limitate al massimo, portando a situazioni assurde come quella di Montecarlo 2024.
Dopo la ripartenza a seguito dell’incidente del primo giro tra le due Haas e la Red Bull di Sergio Perez, ricorderete, i top team hanno optato per andare fino in fondo senza fermarsi, producendo una gara noiosa, interrotta solo dalle urla stridule di chi racconta la F1 in Italia all’ultimo giro per la vittoria di Charles Leclerc.
Per il 2025, non ci aspettiamo un’inversione di rotta, ma qualcosa potrebbe cambiare nel 2026 con le nuove regole e i nuovi pneumatici che Pirelli sta studiando. L’intera struttura messa in piedi da Liberty Media e dalla FIA non potrà funzionare senza gomme che si comportino diversamente da quelli attuali, altrimenti si rischia di vanificare gli sforzi e di servire un piatto privo di sapore.
Crediti foto: Pirelli Motorsport, McLaren, Scuderia Ferrari HP