L’annuncio ufficiale è arrivato: la Commissione Europea ha dato il via libera all’acquisizione di Dorna Sports, promotore e detentore dei diritti commerciali della MotoGP, da parte di Liberty Media, l’impero americano che già controlla la F1. Una mossa epocale, che era stata in bilico per qualche tempo proprio in attesa della pronuncia comunitaria, che sancisce la nascita di un vero e proprio monopolio nel motorsport globale, con un’unica entità commerciale al comando delle due discipline a ruote scoperte più importanti del mondo.
Un’operazione che può ridefinire radicalmente il panorama delle corse, offrendo potenziali benefici ma anche alimentando timori sulla perdita di identità e sull’eccessiva spettacolarizzazione a scapito dei contenuti tecnici e sportivi.
Un impero chiamato Liberty Media
L’approccio di Liberty Media, sin dalla sua entrata in Formula 1 nel 2017, ha portato a una trasformazione profonda dello sport. Più contenuti digitali, maggiore accessibilità per il pubblico generalista, incremento dei profili social e una narrazione sempre più televisiva. Il caso più emblematico è Drive to Survive, la docuserie Netflix che ha rilanciato la Formula 1 tra le giovani generazioni e il pubblico statunitense.
Con l’acquisizione di Dorna, Liberty Media Corporation punta evidentemente a replicare il modello anche per la MotoGP che deve diventare parimenti un produttore di profitti ad alto voltaggio. Un’idea allettante in termini di business, chiaramente, ma che potrebbe snaturare un prodotto profondamente diverso, per cultura e linguaggio.
Legame F1 e MotoGP – Opportunità: coordinamento, visibilità e calendario
Non mancano però gli aspetti positivi. Il primo vantaggio concreto riguarda la gestione più razionale dei calendari. Da anni, tifosi e addetti ai lavori lamentano la sovrapposizione di weekend tra MotoGP e Formula 1, che costringe gli appassionati, di tanto in tanto, a scegliere e toglie visibilità reciproca alle due serie. Con un’unica cabina di regia, sarà possibile evitare accavallamenti e costruire una programmazione più intelligente e sinergica, a beneficio di entrambe le discipline.
In secondo luogo, la MotoGP potrebbe beneficiare dell’enorme macchina mediatica già costruita attorno al Circus Iridato. Se ben gestita, questa esposizione potrebbe portare nuovo pubblico, sponsor e risorse a uno sport che, nonostante il valore tecnico, negli ultimi anni ha faticato a tenere il passo in termini di attenzione globale.
Liberty potrebbe inoltre introdurre nuove piattaforme, produzioni originali, fan experience immersive, portando il motociclismo in territori finora poco esplorati.

F1 – MotoGp – I rischi: identità, omologazione e perdita di profondità tecnica
Ma ogni medaglia ha il suo rovescio. Il timore principale riguarda la possibilità che la MotoGP venga appiattita sul modello narrativo e commerciale della F1, perdendo la propria unicità. Il motociclismo è uno sport istintivo, crudo, spesso imprevedibile, meno ingessato e più diretto. Ha un suo linguaggio, un suo ritmo, un suo pubblico.
Una trasposizione meccanica dei modelli F1 – tra paddock-show, storyline preconfezionate e iper-narrazione – rischia di generare una perdita di autenticità, trasformando i weekend di gara in eventi-spettacolo più che in competizioni sportive.
Altro nodo critico: il fronte tecnico. La MotoGP è da sempre un laboratorio avanzato, dove il rapporto uomo-mezzo è ancora centrale. C’è il rischio che, inseguendo il grande pubblico, si spinga verso una semplificazione comunicativa che metta in secondo piano i contenuti più specialistici e tecnologici, a vantaggio dell’intrattenimento puro.
Infine, la concentrazione di potere in un solo soggetto – Liberty Media, per l’appunto – solleva questioni delicate in tema di pluralismo sportivo, al di là del lasciapassare comunitario. Con un solo attore economico e mediatico al comando, la possibilità di sviluppare progetti alternativi, indipendenti o concorrenti alle attuali serie, si riduce drasticamente.

MotoGP e F1: visioni compatibili?
Il grande punto interrogativo è quindi se MotoGP e F1 possano davvero coabitare sotto lo stesso tetto senza snaturarsi. Sarà fondamentale che Liberty Media rispetti le differenze culturali, storiche e regolamentari delle due discipline, evitando di replicare uno stampo unico su due sport molto diversi per filosofia, struttura e platea.
Una MotoGP fotocopia della Formula 1 o viceversa (magari con sprint race standardizzate), griglie invertite e team radio spettacolarizzati, non è ciò che chiede il pubblico motociclistico. Ma se Liberty saprà valorizzare le specificità delle due ruote, potremmo assistere a una nuova era di crescita e sostenibilità per l’intero ecosistema delle corse.
Come si può vedere i punti negativi non prevalgono su quelli positivi. Bisognerà attendere che l’accordo produca frutti per poter valutare nel merito l’operato del gruppo di Englewood che ha dato nuova linfa alla Formula Uno trasformandola nello sport più famoso al mondo, come testimonia l’imminente uscita della pellicola dedicata al Circus. Senza preconcetti e curiosi di quel che sarà, ci apprestiamo a vivere una vera e propria rivoluzione che potrebbe addirittura essere entusiasmante.
Crediti foto: Formulacritica, F1, Ducati, Scuderia Ferrari HP
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