Quattro vittorie dopo una stagione di vacche magre chiusa senza salire una volta sul gradino più alto del podio sembra essere un bottino importante, qualcosa da cui partire per lanciarsi verso un futuro diverso dal recente passato che ha caratterizzato l’epopea della Mercedes in F1.
La Stella a Tre Punte è stata quella scuderia in grado di dominare nell’era turbo-ibrida fino al 2021, quando è stata messa in scacco nella corsa titolo piloti da Max Verstappen e forse da un direttore di gara non proprio tagliato per il ruolo di grandissima responsabilità per il quale era stato designato.
Dopo quella batosta, che comunque portò il titolo costruttori a Brackley, si credeva che la nuova generazione di vetture basate sull’effetto suolo potesse mostrare nuovamente una Mercedes in lotta per i campionati. così non è stato, la scuderia Capitanata da Toto Wolff è andato incontro a difficoltà inattese che hanno trasformato la voglia di rivalsa per il maltolto di Abu Dhabi in una mesta accettazione di uno status quo che in tre anni non si è riuscito a modificare.
Non aver compreso appieno le auto della nuova generazione di vetture, problemi di correlazione tra pista e sfera simulativa, avvicendamenti in cima alla struttura tecnica non hanno certamente aiutato gli ex campioni del mondo a trovare il bandolo della matassa che è rimasta ben aggrovigliata.
Nel campionato 2024, quello della deflagrazione della convergenza prestazionale, ben sette piloti e quattro macchine diverse sono riusciti a salire sul gradino più alto del podio. Mercedes ha contribuito ad animare lo show con un poker di trionfi. Si dirà che è un ottimo bottino, ma i fatti raccontano tutt’altro.

Mercedes: la F1 a effetto suolo è un’ode alla piattezza
Mercedes in crescendo? Assolutamente no! Quello delle vittorie non può essere l’unico parametro da considerare nel delineare un bilancio coerente e realmente esaustivo. Ci sono altri indicatori che spiegano come la scuderia non sia stata in grado di uscire dalle sabbie mobili.
Ad oggi, infatti, la W13, la controversa vettura senza sidepod che lasciò tutti a bocca aperta nel 2022, è ancora la monoposto con il punteggio più alto sotto l’effetto degli attuali riferimenti normativi. E lo fa addirittura in forza di due gare in meno rispetto al 2024.
- W13: 515 punti (P3 nel 2022);
- W14: 409 punti (P2 nel 2023);
- W15: 468 punti (P4 nel 2024).
Numeri impietosi che manifestano la mancanza di progressi nelle ultime tre stagioni. Il primo responsabile individuato per i fallimenti incontrarti in questi anni, Mike Elliott, è stato allontanato all’inizio del campionato 2023. Ma è paradossale che sia proprio una vettura interamente concepita dall’occhialuto igegnere ad aver ottenuto il miglior bottino in punti.
James Allison, che di Elliott ha preso il posto, ha lavorato alla ristrutturazione di un comparto che egli stesso ha definito scollato e non più interconnesso come ai tempi delle vittorie a raffica. Ma per ora non si sono visti gli effetti di questa riorganizzazione nella quale è entrato anche l’ex Ferrari (e non solo) Simone Resta. Un italiano che a Brackley sperano possa replicare il solco tracciato da un altro grande tecnico cisalpino: Aldo Costa, l’uomo che ha fatto brillare la stella.

Nel 2025, senza Lewis Hamilton e con la testa rivolta alla grande rivoluzione tecnica dell’anno successivo, Mercedes deve dare un segnale forte e mostrare che una vera inversione di tendenza è possibile. Le quattro vittorie del 2024 sono coincise con un carnet di punti inferiore a quello del 2022 e soprattutto con la quarta piazza nel costruttori, il peggior risultato dal 2012, quando Mercedes chiuse al quinto posto con Nico Rosberg e Michael Schumacher.
Quella era un’altra fase storica, oggi Mercedes è un top team, una realtà che compete per vincere e non per partecipare. La tendenza va invertita immediatamente per evitare che l’era Venturi passi alla storia come un flop clamoroso e per scongiurare che certe negative dinamiche si reiterino anche nella nuova fase normativa. Che il 2026 possa sorridere a Wolff e soci è un discorso puramente congetturale di cui si sta abusando troppo negli ultimi tempi.
Non saranno chiacchiere e suggestioni a riportare la Mercedes sul tetto del mondo. Lo sa Wolff, ne sono consci i soci Daimler AG e Ineos. Ne sono consapevoli tecnici e piloti. Bisogna rimboccarsi le maniche e far parlare pista e classifica. La Stella a Tre Punte non parte coi favori del pronostico e si muoverà a fari spenti nel prossimo campionato. Chissà se proprio questa depressurizzazione non possa porla come l’underdog che sbaraglia la concorrenza. McLaren, un team cliente, ha dimostrato che il materiale di base è valido e che può portare alla vittoria.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team