La F1 Commission, è cosa nota, ha deliberato una proposta insolita per un Campionato Mondiale di F1, riguardante prettamente il Gran Premio di Monaco. Monte Carlo è uno degli eventi più divisivi tra fan e appassionati di Formula 1. C’è chi lo ama per la sua storia e tradizione, e chi lo odia per le gare poco esaltanti.
Proprio per ravvivare la gara tra le stradine del Principato che lo scorso anno, grazie a una bandiera rossa a pochi metri dallo spegnimento dei semafori, ha permesso a team e piloti di effettuare un “pit stop gratuito”, montando gomme a mescola più dura e completando il Gran Premio in totale tranquillità, la F1 Commission sta pensando di adottare il doppio pit-stop obbligatorio per rendere l’evento più incerto.

F1: il doppio pit a Monaco non è di certo la proposta più assurda della storia
Se questa proposta vi sembra campata in aria, ce n’è un’altra che pochi ricordano, nata e morta nel 2011, quando il patron del Circus dell’epoca propose gare bagnate, ma in modo artificiale. Nel marzo 2011, vista la cancellazione del Gran Premio del Bahrain per le tensioni politiche e sociali all’interno dello Stato mediorientale, Bernie Ecclestone propose diverse iniziative per aumentare lo spettacolo durante le gare.
Tra queste, suggerì l’introduzione della “pioggia artificiale” in pista per rendere le competizioni più avvincenti, sottolineando come le gare sul bagnato siano spesso più emozionanti. Ecclestone spiegò che alcuni circuiti disponevano già di sistemi per bagnare la pista e che sarebbe stato possibile implementarli anche altrove, ipotizzando l’attivazione della pioggia artificiale per 20 minuti o negli ultimi 10 giri, con un preavviso di un paio di minuti per aumentare la suspense.

Voi direte: “Vabbè, la cosa poi finì lì”. E invece no. A dar manforte alla proposta di Ecclestone ci pensò la Pirelli, unico fornitore di pneumatici della Formula 1. Paul Hembery, direttore di Pirelli Motorsport all’epoca, accolse positivamente la proposta, definendola “interessante”.
Hembery sottolineò che le gare più emozionanti spesso si svolgono sotto la pioggia e che l’introduzione di tratti bagnati poteva rendere le corse più avvincenti per il pubblico. Tuttavia, riconobbe anche le sfide tecniche e logistiche di un simile progetto, come la necessità di infrastrutture adeguate per bagnare uniformemente la pista e le implicazioni sulla sicurezza dei piloti.
Insomma, la proposta ecclestoniana morì in culla: nessun circuito fu bagnato artificialmente. Ma Bernie non si perse d’animo e si rifece con i doppi punti all’ultimo Gran Premio di Abu Dhabi, tre anni dopo. Ma questa è un’altra storia…