F1, GP USA 2024 – Al termine del Gran Premio disputatosi sul Circuit of The Americas di Austin, Texas, ha trionfato la Ferrari con il pilota monegasco Charles Leclerc, seguito dal suo compagno di squadra, lo spagnolo Carlos Sainz. Una doppietta che mancava negli States dal lontano 2006, quando, sul circuito di Indianapolis, si imposero Michael Schumacher e Felipe Massa.
Una vittoria splendida, che avrà senso solo se la Ferrari saprà riconfermarsi nel prossimo Gran Premio del Messico (qui il programma completo), evitando che si tratti dell’ennesimo trionfo isolato prima di una delusione successiva.
Tuttavia, nel momento decisivo del Gran Premio, la F1 ha mostrato, come spesso accade, le sue debolezze. Mentre le due Ferrari stavano dominando, l’attenzione mondiale era concentrata sulla battaglia per il terzo gradino del podio, tra i due contendenti al titolo: l’olandese della Red, Bull Max Verstappen, e l’inglese della McLaren, Lando Norris.
Norris, lanciato all’attacco alla fine del lungo rettilineo del COTA, è stato accompagnato oltre i limiti della pista dall’esperto Verstappen. Sebbene l’inglese sia riuscito a superarlo, lo ha fatto al di fuori dei limiti della pista e per questo è stato penalizzato di 5 secondi, terminando così alle spalle del suo principale rivale per il titolo.

F1, GP USA 2024: giudici incoerenti?
I giudici di gara sembrano valutare gli episodi in base al momento della corsa. Al via, in Curva 1 di quasi ogni circuito, tutto o quasi è consentito, a loro discrezione. Ieri, alla partenza, Verstappen, scattato dalla seconda posizione, ha sorpassato Norris, partito in pole, andando però oltre i limiti della pista. Leclerc ne ha approfittato, prendendo la testa della gara.
Ma superata Curva 1, il regolamento torna a dettare legge. Le penalità iniziano a fioccare, e l’approccio dei giudici si è reso evidente con la controversa penalità di 5 secondi inflitta a George Russell della Mercedes per aver spinto fuori Valtteri Bottas, del team Alfa Romeo Sauber, alla fine dello stesso rettilineo dove è avvenuto il sorpasso di Norris.
Poco dopo, la FIA ha spiegato che Norris avrebbe dovuto ricevere una penalità di 10 secondi, perdendo così anche la posizione sul compagno di squadra, Oscar Piastri. Tuttavia, i giudici hanno deciso di ridurre la penalità a 5 secondi, poiché Norris non aveva altra scelta che andare fuori pista. In effetti, l’episodio non è stato conteggiato come violazione dei “track limits”.
Probabilmente hanno optato per una penalità ridotta per non compromettere ulteriormente un campionato che sembra già deciso. Tuttavia, se Norris non aveva altra scelta, si poteva evitare di penalizzarlo del tutto, considerando che anche Verstappen aveva oltrepassato i limiti della pista. La McLaren avrebbe potuto ordinare al suo pilota di restituire la posizione per poi tentare nuovamente l’attacco.
In teoria sì, ma questa è la Formula 1. Le questioni in pista dovrebbero riguardare solo i piloti, mentre i giudici dovrebbero intervenire solo come extrema ratio. Il pubblico americano presente al circuito texano è abituato all’“Hard Racing”, al gioco duro tipico delle categorie motoristiche statunitensi.
Un giudice di gara di F1 non durerebbe 5 minuti se interferisse in una gara di IndyCar o, soprattutto, di NASCAR.

Alla fine, cosa abbiamo visto? Il pubblico, che ha speso una fortuna per assistere all’evento, e noi da casa, abbiamo osservato a un duello deciso dai giudici e da un regolamento che entra in vigore solo dalla Curva 2 in poi. Curva 1, al via, sembra non contare.
La Formula 1 deve fare riflessioni importanti. Uno degli obiettivi di Liberty Media è conquistare il pubblico statunitense, ma i fan americani sono abituati a tutt’altro: nelle loro corse, sono i piloti a decidere cosa accade in pista, non i giudici.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, F1