Nelle passate settimane è stato reso ufficiale l’addio di Zandvoort alla F1. Un rinnovo di un anno rispetto alla scadenza del 2025 che di fatto chiude l’avventura olandese. Qualcuno, puntando ancora sull’effetto Orange garantito dalle vittorie a raffica di Max Verstappen si è chiesto se qualche altra pista potesse farsi avanti per sostituire il tracciato che sorge sulle coste del Mare del Nord.
Il pensiero è subito corso a un altro impianto iconico, quella Assen che è il simbolo assoluto delle due ruote su cui Liberty Media ha messo le mani, sempre che tutti gli ostacoli burocratici saranno superati visto che i fari dell’antitrust stanno illuminando l’intesa tra il colosso americano e la Dorna. Ma questo è un altro discorso.
Bene, anzi male, i promoter dello storico GP della classe regina del motomondiale hanno glissato con veemenza chiudendo di fatto la breve stagione olandese della Formula Uno. In estrema sintesi: gli organizzatori, stante anche il meccanismo delle rotazioni imposto dalla FOM per alcuni palcoscenici europei, non intendono lanciarsi in un investimento economico rischioso che potrebbe potenzialmente rivelarsi infruttifero.
Assen ha una solida tradizione nelle due ruote, ma nelle quattro non ha una storia troppo solida. L’ultima apparizione di un popolare campionato automobilistico è stata nel 2021, quando si è tenuto il quinto round della stagione DTM. Servirebbero, quindi, tutte le certificazioni di primo grado della FIA per introdurlo nel novero dei circuiti da gran premio di F1. Una cosa che non è all’ordine del giorno.

GP Olanda: un mesto destino condiviso da altre realtà d’Europa
“Non ci stiamo pensando affatto. Questa è una notizia nuova per noi, ma in questo momento non vogliamo svolgere alcun ruolo di questo tipo nelle nostre considerazioni strategiche. Organizzare una gara non è un compito facile. Hai bisogno di molti soldi e devi correre un rischio economico. Per il motorsport nel nostro paese è un peccato che Zandvoort stia dicendo addio dopo sei anni“, ha detto un portavoce di Assen al quotidiano Algemeen Dagblad come riportato da SoyMotor.
Porte chiuse definitivamente a sottolineare come l’Europa sia insofferenza. L’Olanda andrà a far compagnia a paesi come il Portogallo, la Germania e la Francia che sono all’asciutto da Formula Uno, senza un vero e proprio piano di rientro all’orizzonte. Ci sono voci sulla candidatura del Nurburgring, così come su un interesse di Magny-Cours e del Paul Ricard che ha salutato il Circus nel 2022 con l’ultima edizione vinta da Max Verstappen. Poco più di spifferi senza solide basi progettuali a supporto.
Liberty Media è in una fase espansiva e va alla ricerca di teatri con caratteristiche economiche e logistiche che il Vecchio Continente non riesce più a garantire. L’Olanda e altre nazioni storiche pagano per questo e il futuro non sembra roseo.
Crediti foto: F1, Zandvoort