Dopo la vittoria di Donald Trump alle recenti elezioni presidenziali – col ritorno alla Casa Bianca dopo il mandato del 2016-2020 e la sconfitta dello stesso anno – gli Stati Uniti hanno subito un rapido cambiamento.
Le grandi aziende del settore tecnologico, come Google e Apple, dell’e-commerce, come Amazon, e dei social media, come Facebook, si sono adattate alla nuova dottrina del tycoon. Un orientamento che ha messo da parte le politiche di contrasto alle fake news (il cosiddetto “fact-checking”), le iniziative ambientali sostenute da attivisti come Greta Thunberg e le riforme di inclusione sociale a favore delle fasce meno abbienti, delle persone LGBTQ+ e di altre minoranze, spesso associate alla cosiddetta ideologia “woke”.
Tuttavia, non si tratta di un semplice schieramento politico: queste aziende, come spesso accade, si adattano al potente di turno. Un fenomeno che non riguarda solo gli Stati Uniti. Anche in Italia, per esempio, la televisione pubblica RAI viene spesso accusata di seguire le linee del governo in carica, attualmente guidato da Giorgia Meloni.

E Liberty Media?
Come cambierà Liberty Media con Trump alla Casa Bianca? All’inizio di questo decennio, la Formula 1, come molti altri sport, è stata colpita duramente dalla pandemia di COVID-19, mettendo a rischio l’intera stagione 2020 e migliaia di posti di lavoro. In parallelo, negli Stati Uniti, le tensioni sociali e razziali culminate nell’uccisione di George Floyd hanno avuto ripercussioni anche nel mondo dello sport, portando a un’ondata di consapevolezza e attivismo.
Lewis Hamilton, in particolare, è stato uno dei volti più attivi nel sostenere il movimento Black Lives Matter, influenzando Liberty Media e la F1 ad aprirsi a tematiche di inclusione e diritti civili. Nasceva così la campagna “We Race As One”, volta a promuovere una Formula 1 più inclusiva e attenta ai problemi sociali, oltre al programma “Net Carbon Zero”, che mira all’azzeramento delle emissioni di CO₂ entro il 2030.

Tuttavia, con il ritorno di Trump, tutto questo potrebbe cambiare. Liberty Media, nel tentativo di non inimicarsi l’amministrazione statunitense, ha già ceduto sulla questione dell’ingresso di Cadillac in F1 come 11° team, dopo aver inizialmente respinto la candidatura di Andretti. Decisione rivista a seguito del ritiro dei motori Renault a seguito della decisione di Alpine di affidarsi alla Mercedes.
Nel breve termine, la Formula 1 potrebbe anche rivedere le proprie politiche di inclusione e sostenibilità, allineandosi alle nuove direttive della Casa Bianca. D’altronde, come spesso accade, tutti si adeguano a chi detiene il potere. Liberty Media potrebbe non fare eccezione.