Liam Lawson probabilmente non immaginava che il suo posto in Red Bull sarebbe stato messo in discussione così presto nel 2025. Tuttavia, il 23enne si trova sotto esame, poiché fatica a ottenere buone prestazioni dalla RB21.
Con ogni sessione di qualifica e ogni gara che passa, la pazienza della Red Bull nei suoi confronti si assottiglia sempre di più. Il margine di errore si riduce rapidamente, mentre il team guidato da Christian Horner monitora con crescente preoccupazione il rendimento del pilota neozelandese voluto da Helmut Marko che non è più soddisfatto.
Lawson sotto pressione: il rischio di perdere il sedile
Sulla carta, la Red Bull aveva tutte le ragioni per concedere a Lawson il tempo necessario per adattarsi alla vettura. Questa sembrava essere l’intenzione iniziale, considerando che il team aveva scartato sia Daniel Ricciardo che Yuki Tsunoda per puntare sul giovane talento.
Anche prima del suo ritorno in pista al Circuit Of The Americas nel 2024, Lawson era considerato la scelta preferita rispetto a Tsunoda. L’obiettivo era semplice: dimostrare di poter mantenere un ritmo accettabile rispetto al giapponese per guadagnarsi una promozione definitiva.
In questa sfida, Lawson inizialmente ha fatto abbastanza per convincere Christian Horner a scommettere su di lui. Tuttavia, dopo appena due gare nel 2025, la sua inesperienza sta emergendo in maniera evidente. Il divario con Max Verstappen è abissale e, ancor più preoccupante, Lawson fatica persino ad avvicinarsi alla zona punti.
La situazione è perfino peggiore di quella di Sergio Perez, il quale almeno è riuscito a entrare in Q3 e a chiudere alcune gare nella top 10.

La Red Bull perde la pazienza?
Durante la pausa invernale, il team di Milton Keynes aveva ribadito la fiducia nel talento di Lawson, ritenendolo un’opzione più promettente rispetto a Tsunoda. Tuttavia, la realtà sembra smentire questa valutazione, sollevando dubbi sulla sua capacità di adattarsi alla RB21.
La situazione ricorda le difficoltà incontrate da Pierre Gasly e Alex Albon negli anni passati. Per questo motivo, la decisione della Red Bull di non affidarsi a un pilota più esperto appare oggi ancora più discutibile.
Ma la squadra non può permettersi di aspettare troppo a lungo. Se Liam Lawson non riuscirà a mostrare progressi significativi a breve, la scuderia potrebbe valutare altre opzioni. Il Gran Premio del Giappone, terza gara della stagione, sarà un banco di prova fondamentale per il neozelandese.
Suzuka è un tracciato che Lawson conosce bene, grazie alla sua esperienza in SuperFormula. Se non riuscirà a migliorare le sue prestazioni su una pista a lui familiare, la Red Bull potrebbe decidere di intervenire. E Tsunoda, nel frattempo, è pronto a cogliere l’opportunità che gli è stata sottratta in inverno. Il pilota giapponese non solo potrebbe garantire risultati migliori, ma lasciare Lawson a lottare nelle retrovie per troppo tempo potrebbe compromettere irrimediabilmente la sua carriera in Formula 1.
Liam Lawson consapevole della situazione critica
Dopo una nuova qualifica deludente in Cina, Lawson ha analizzato la sua performance con grande onestà: “È stata una sessione caotica e senza il traffico sarebbe andata meglio. Ma comunque non è abbastanza, dovremmo essere già competitivi al primo giro. La macchina è difficile da gestire e servirebbe più tempo per adattarsi, ma non posso usarlo come scusa. Devo imparare a sfruttarla al massimo“.

Prima dell’inizio della stagione, il pilota neozelandese si era detto sicuro di sé, dichiarando che un pilota di F1 deve essere in grado di guidare qualsiasi monoposto, indipendentemente dalle condizioni.
Questa affermazione dimostra che Lawson era ben consapevole della pressione che lo aspettava in Red Bull. Se fosse costantemente tra i primi dieci, il team avrebbe sicuramente più pazienza nei suoi confronti. Ma la sua attuale forma è la peggiore vista in Red Bull da diversi anni a questa parte. Addirittura più scadente di quella mostrata da Sergio Perez nel 2024.
Lui stesso riconosce l’urgenza di migliorare: “Ci sono stati momenti in cui sembrava andare meglio, e penso che per guidare una F1 serva una fiducia totale. Non dico di non averla, ma al momento non riesco a trovare la giusta finestra di prestazione della vettura. Questo è il problema che devo risolvere. La squadra mi sta supportando in ogni modo possibile, ma alla fine tocca a me trovare la velocità. Abbiamo un’altra opportunità domani“.
Una delle principali difficoltà per i giovani piloti in Red Bull è la pressione psicologica. Gasly e Albon non erano necessariamente driver mediocri, ma l’ambiente estremamente competitivo e l’ombra ingombrante di Verstappen hanno giocato un ruolo cruciale nel loro insuccesso. Anche Lawson potrebbe trovarsi in una situazione simile, dove il bisogno immediato di risultati rischia di soffocare la sua crescita.
Liam Lawson stesso sembra consapevole di questa situazione, ma il suo atteggiamento può giocare a suo favore. È molto autocritico, riconosce i suoi errori e non cerca scuse. Questo è positivo, ma basterà?
Se dovesse perdere il sedile, potrebbe avere una seconda chance in un altro team? Forse in una squadra di metà classifica o potrebbe essere retrocesso alla Racing Bulls? Oppure rischia di finire nel dimenticatoio come altri talenti Red Bull prima di lui?
Quello che è certo è che il tempo sta scadendo, e Lawson deve reagire in fretta.
Crediti Foto: Oracle Red Bull Racing