Giovedì scorso, in Piazza Castello, la Ferrari ha presentato i suoi piloti – Charles Leclerc e il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton – grazie a un’iniziativa promossa da uno dei suoi sponsor, Unicredit. L’arrivo del britannico a Maranello ha rappresentato il fulcro della serata: è stato introdotto come l’uomo chiamato a riportare il titolo piloti alla Ferrari dopo 18 anni, un’assenza lunga quanto quella vissuta tra gli anni ’80 e ’90.
Unicredit, ovviamente, ha colto l’occasione per sfruttare la visibilità dell’evento e del pilota più vincente della storia della F1. Piazza Castello era gremita di tifosi di ogni età e provenienza (tra cui la nostra redattrice Margherita Ravasi, che ci ha fornito alcune immagini dei preparativi e della manifestazione). Un evento che ha permesso a chi non può permettersi i costi elevati di un Gran Premio – tra biglietti, viaggio, vitto e alloggio – di vivere un assaggio del mondo della Formula 1.

Non sono mancate le critiche: qualcuno ha bollato la presentazione come eccessiva, accompagnando il giudizio con la solita domanda scettica: “E se poi non si vince?”. Ma se il punto fosse solo questo, allora nessun atleta o squadra, in nessuno sport, dovrebbe mai fare proclami o presentazioni.
Nel calcio, lo sport popolare per eccellenza, le presentazioni sono una consuetudine, indipendentemente dalle dimensioni del club. Il 5 luglio 1984, il Napoli presentò Diego Armando Maradona in uno stadio San Paolo gremito. Quella stagione si concluse con un ottavo posto in classifica, ma fu il primo passo verso i trionfi successivi.
Più recentemente, nel 2009, il Real Madrid – la squadra calcistica che più si avvicina alla Ferrari in termini di prestigio – acquistò Cristiano Ronaldo, Karim Benzema, Luka Modric e Kaká in un’unica sessione di mercato per inseguire la “Decima”, la decima Champions League che sembrava una maledizione. Quell’anno non arrivò il trionfo, ma cinque stagioni dopo, nel 2014, il Real riuscì nell’impresa, vincendo poi altre cinque Champions tra il 2016 e il 2024.

Tra una settimana, a quest’ora, staremo già analizzando l’esito del Gran Premio d’Australia. Non sappiamo se la Ferrari sarà la prima, la seconda o addirittura la terza o quarta forza in campo, ma sappiamo che il Mondiale non si decide a Melbourne. Come ha dimostrato la McLaren lo scorso anno, dopo l’Australia ci saranno ancora 23 gare da disputare.
Forse la Ferrari non vincerà subito, ma ha l’opportunità di avviare un nuovo percorso che potrà riportarla al successo. Le presentazioni vendono sogni e, con pazienza, alcuni di essi possono diventare realtà.
Crediti foto: Formulacritica, Scuderia Ferrari HP