Venerdì scorso, durante la cerimonia di premiazione della FIA a Kigali, capitale del Ruanda, il Presidente Paul Kagame ha annunciato la candidatura del suo Paese per entrare nel calendario di F1 (i dettagli qui). La Thailandia segue l’esempio del Ruanda e presenterà la sua candidatura per ospitare la F1 nel Sud-Est asiatico, a gennaio, a Place de la Concorde.
I primi contatti risalgono a Imola, dove l’ex Primo Ministro thailandese, in visita ufficiale in Italia, incontrò Stefano Domenicali, CEO della F1. La trattativa si interruppe a causa di uno scandalo che coinvolse il premier, ma ora il progetto è ripartito. Il Gran Premio di Thailandia di F1 potrebbe debuttare nel 2027, se tutte le cose si incastrassero.

Sono attualmente in fase di valutazione diverse location per il circuito, con una delle prime ipotesi che prevedeva un tracciato cittadino nel cuore di Bangkok, come la Ratchadamnoen Road, sede della famiglia imperiale. Tuttavia, sono emerse anche nuove opzioni, come la costruzione di un circuito vicino all’aeroporto di U-Tapao, nell’area commerciale della Eastern Aviation City o nella stazione ferroviaria di Bangkok. Un progetto alternativo potrebbe sorgere a Chatuchak, con un impianto lungo circa 5,6 km, secondo una bozza degli enti locali.
La FIA, attraverso i suoi delegati, dovrà valutare la fattibilità del progetto e dare il via ai lavori in vista del 2027. Nel frattempo, alcuni Gran Premi storici europei, come quelli di Olanda e Imola, potrebbero lasciare la F1, mentre nuove realtà, come Ruanda e Thailandia, si preparano ad accogliere grandi eventi, segnando un possibile cambiamento nel panorama mondiale. La concorrenza è in crescita: Corea del Sud e Sudafrica si fanno avanti, mentre l‘Europa perde terreno.
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