Poco prima dell’inizio dei lavori ad Austin, in Texas, per il Gran Premio degli Stati Uniti d’America, era emerso un rumor che ha sollevato una nuova e grave controversia, scuotendo l’intero paddock. Un team, infatti, sarebbe stato accusato di usare un “trucco” durante il regime di Parco Chiuso.
Il Parco Chiuso è il periodo di tempo tra la fine delle qualifiche e la gara, durante il quale le monoposto non possono essere in alcun modo toccate o modificate, pena la partenza dalla pit lane. Il team coinvolto era la Red Bull, che aveva ammesso di variare i parametri del T-Tray con un elemento posizionato nella parte anteriore della RB20, precisamente nella zona della pedaliera, così da permettere di modificare l’altezza del fondo della vettura. Qualcuno ha accusato il team di farlo durante il regime di Parco Chiuso, traendone un vantaggio in vista della gara. Ma la cosa non è stata comprovabile.
T-Tray Gate Red Bull: soffiata giunta dalla McLaren?
Molti tecnici della Red Bull hanno lasciato la scuderia anglo-austriaca in un anno che, certamente, è stato uno dei più turbolenti nella storia del team. Alcuni di questi tecnici si sono trasferiti alla McLaren, attuale principale avversaria di Red Bull nella lotta ai titoli. Si ritiene che questi ex dipendenti abbiano rivelato i segreti della Red Bull al CEO della scuderia di Woking, l’americano Zak Brown, alimentando le indiscrezioni diffuse dai mass media.

Brown nutre ancora risentimento a causa della controversia che ha coinvolto la sua squadra dopo il Gran Premio d’Azerbaigian, dove dalle immagini della telecamera posteriore installata sulla McLaren di Oscar Piastri, vincitore di quell’evento, si è notato che l’alettone posteriore, sul lungo rettilineo di Baku, si apriva, generando un effetto simile a quello di un “mini-DRS”.
Sebbene quel particolare non sia stato dichiarato illegale, poiché aveva superato tutti i test statici previsti dal regolamento, a Singapore la FIA ha “suggerito” al team di modificare quella specifica componente. Quel tipo di alettone sarebbe stato usato solo a Las Vegas, che presenta caratteristiche simili al circuito di Baku.
Ad Austin, invece, è stata la Red Bull a finire sotto accusa e la cosa potrebbe essere frutto di una rappresaglia degli uomini di Woking in una battaglia senza esclusione di colpi della quale, in fondo, ne sta beneficiando la Ferrari.
Gli ingegneri della FIA hanno esaminato il T-Tray incriminato. Come accaduto con la McLaren, la FIA ha raggiunto un accordo con la Red Bull col quale la scuderia ha deciso di modificare l’elemento entro il prossimo Gran Premio del Brasile.
Inoltre, la Federazione ha apposto dei sigilli al sistema per evitare che questo si possa manomettere in regime di Parco Chiuso. Una decisione ha lasciato perplessa la McLaren, che non intende arrendersi, e anche il team principal della Ferrari, Frédéric Vasseur.
La battaglia fra cielo e terra non è affatto conclusa e si attendono sviluppi anche nel prossimo Gran Premio del Messico.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing