La Formula 1 si avvicina a una delle sue più grandi rivoluzioni tecniche. Il 2026 segnerà l’inizio di un nuovo ciclo regolamentare, non solo per le vetture ma anche per le power unit, con l’introduzione di propulsori ibridi profondamente riprogettati e carburanti completamente sostenibili in ottemperanza al programma Net Zero Carbon voluto da FIA e Liberty Media. Una visione sposata pienamente dai team.
In questo scenario di forte discontinuità, la Federazione Internazionale dell’Automobile ha annunciato un nuovo strumento destinato a ridisegnare il concetto stesso di equilibrio competitivo tra i costruttori: l’ADUO, acronimo di Additional Development and Upgrade Opportunities.
L’obiettivo è chiaro: evitare che, come accaduto in passato, uno o più motoristi prendano un vantaggio iniziale difficilmente colmabile a regolamento congelato. Il nuovo meccanismo, un sorta di balance of performance, punta a garantire una distribuzione più uniforme delle prestazioni nel medio termine, agendo su due leve fondamentali: tempo extra di sviluppo e margini di budget più flessibili per chi accusa un ritardo evidente.

F1 – Come funziona l’ADUO
Il sistema entrerà in azione dopo ciascun quarto di campionato, in corrispondenza di tre checkpoint chiave: dopo la gara di Miami (sesta tappa), dopo Spa-Francorchamps (dodicesima) e dopo Singapore (diciottesima). In queste fasi, la FIA analizzerà i dati di prestazione complessivi delle power unit, valutando eventuali scostamenti significativi tra i vari fornitori.
Qualora un costruttore risultasse in netto svantaggio rispetto ai rivali, potrà ottenere un pacchetto di opportunità aggiuntive di sviluppo, articolate su due fronti: maggiore tempo di utilizzo dei banchi prova per motori e componenti ibridi e una temporanea estensione del budget cap dedicato all’unità propulsiva.
In altre parole, l’ADUO rappresenta un correttivo dinamico, in grado di intervenire più volte all’interno della stessa stagione per evitare che le differenze tecniche compromettano la competitività complessiva del mondiale. È un approccio che riprende, in chiave motoristica, la filosofia già vista nel wind tunnel allocation system – il sistema che regola le ore di galleria del vento in base ai risultati del campionato costruttori – ma con una declinazione ancora più strategica e mirata.
Affidabilità e supporto tecnico
Un altro punto caldo affrontato dalla FIA riguarda la gestione dell’affidabilità. L’esperienza del 2014, quando la nuova era ibrida vide emergere forti discrepanze tra i diversi motoristi, ha insegnato che le problematiche tecniche non si limitano alla pura performance, ma spesso nascono da difficoltà di integrazione e robustezza del sistema ibrido.
Per questo, parallelamente all’ADUO, la Federazione ha approvato un pacchetto di misure di sostegno per i costruttori che dovessero trovarsi in difficoltà nel raggiungere i target minimi di durabilità. Ciò consentirà di affrontare i primi mesi del nuovo regolamento senza il rischio di penalità eccessive o distacchi ingestibili sul fronte affidabilità.
Le basi del nuovo ciclo tecnico
La stagione 2026 sarà molto più di un semplice cambio di motore. Verranno introdotte modifiche sostanziali alla cellula di sopravvivenza, alle sospensioni e alla gestione aerodinamica, con l’obiettivo di ridurre il peso complessivo e migliorare l’efficienza. Ma la rivoluzione principale sarà sotto la pelle: l’eliminazione dell’MGU-H, elemento complesso e costoso del sistema ibrido, verrà compensata da un aumento della potenza elettrica disponibile, che passerà da 120 kW a 350 kW e sarà tutta sulle spalle dell’MGU-K.
In parallelo, i carburanti saranno completamente sostenibili, aprendo la strada a una nuova dimensione di efficienza energetica e neutralità carbonica. Il panorama dei motoristi vedrà inoltre un allargamento significativo: con l’uscita di scena di Renault e l’arrivo di Audi e Red Bull-Ford, la Formula 1 conterà cinque fornitori ufficiali di power unit, completati da Ferrari, Mercedes e Honda.
Una pluralità che si allargherà ancora di più quando scenderà in azione anche Cadillac e che promette una competizione tecnica intensa e diversificata, ma anche la necessità di mantenere meccanismi di bilanciamento efficaci per evitare che uno squilibrio iniziale si traduca in un dominio pluriennale.

F1, ADUO – Un nuovo equilibrio per una nuova era
Con l’ADUO, la FIA adotta un approccio proattivo, riconoscendo che il concetto di “libertà tecnica totale” non può più convivere con l’obiettivo di campionati combattuti fino all’ultima gara. Il sistema non mira a livellare artificialmente le prestazioni, ma a dare la possibilità a tutti i costruttori di convergere verso uno standard competitivo entro il primo biennio del regolamento. L’ADUO potrebbe diventare il vero ago della bilancia del periodo 2026 – 2030 della Formula 1.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari HP
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