F1: il talento ai tempi dei social

"Analisti" improvvisati e spesso senza basi tecniche lanciano giudizi affrettati e insindacabili sulle capacità di questo o di quel pilota. Una deriva social che attanaglia sempre di più la F1

F1 – Ormai ci stiamo facendo l’abitudine ma per certi dinosauri come me risulta sempre difficile accettare le analisi di esimi giornalisti ed influencer vari che puntualmente dopo una vittoria o una bella prestazione magnificano il pilota di turno che assurge al ruolo di campione.

E giù a parlare di questo o quello, snocciolando lodi e profetizzando un futuro da campione anche se di lui non hanno mai saputo nulla o quasi. Chiaramente, gli stessi sono capaci di rimangiarsi tutto dopo un paio di gp sottotono.

Il recente passato è pieno di campioni del mondo incoronati sul web e poi rinnegati: l’elenco è lungo ma per farci un’idea possiamo nominare i vari Leclerc (passa da campione a bidone a week end alterni), Russell, e Norris.

L’ultimo fulgido esempio di questo modus operandi ormai imperante è Oscar Piastri di cui l’anno scorso si è detto poco o nulla perché, pur autore di una solida stagione di debutto, non ha avuto grossi acuti e quindi ci si limitava ad ignorarlo, quest’anno invece dopo un periodo abbastanza lungo di adattamento in un team comunque costruito intorno a Norris, sta dimostrando il suo talento mostrandosi più veloce e concreto rispetto al ben più blasonato compagno di squadra.

Oscar Piastri
Oscar Piastri, McLaren F1

La F1 social e la scarsa conoscenza delle sere propedeutiche

Il problema è che i vari “Capiscers”, seguono solo la Formula 1 e si basano su quel che vedono la domenica, in realtà per conoscere la massima formula servirebbe un minimo di conoscenza delle formule minori perché i talenti veri sono quelli che cominciano a vincere dai Kart e sanno farsi strada nella bolgia della F3 e F2. Vincere in tali serie non è garanzia continuare questo trend nella massima formula ma dice tanto sulle reali capacità di questi ragazzi.

La carriera di Piastri in questo senso parla chiaro, come Leclerc, Hamilton e Russell ha praticamente vinto ovunque e si è Laureato campione della difficilissima F2 al debutto, un talento puro che doveva solo trovare le giuste condizioni per manifestarsi anche in F1, per cui nessuna sorpresa e nessuna meraviglia nel vederlo vincere le gare e battere un compagno di squadra il cui palmares è ben più modesto.

Oscar non lo scopriamo oggi, è un pilota di grandi prospettive che nel team giusto saprà ambire al titolo, anche perché ha dimostrato carattere nel ridicolizzare Lando dopo il patetico teatrino dell’Ungheria dove voleva tenersi una vittoria non meritata ed ha fatto di tutto per far sapere al mondo che stava cedendo la posizione controvoglia.

Sicuramente l’anno prossimo si guadagnerà i galloni di prima guida perché sembra giunto ad un giusto stato di maturazione per puntare in alto in una formula 1 che finalmente ha avuto il coraggio di liberarsi di figure anonime che non avevano più nulla da dire per far spazio a giovani veloci che hanno saputo distinguersi nella loro carriera come Bearman, Antonelli, Colapinto e forse Bortoleto (se in Audi sono furbi).

Per altri versi poi il fantastico mondo del web ci regala posizioni radicalizzate su altri piloti come Verstappen che raccoglie consensi per il suo stile strafottente ed aggressivo creandosi questa immagine del campione che va oltre il mezzo meccanico pur di fronte alla realtà nuda e cruda che ci dimostra semplicemente il fatto che, da quando non guida più la vettura migliore in griglia, non ha portato a casa nessuna vittoria, eppure si diceva che vinceva grazie al talento e non al mezzo, e adesso? Il talento è sparito insieme alla competitività del team Assolutamente no, il talento c’è e si vede ma almeno finiremo di leggere idiozie in merito.

Per fortuna sua vincerà il mondiale per assenza di avversari degni di questo nome poiché il buon Norris da quando è nella posizione di doversi giocare il mondiale sta inanellando errori su errori vanificando la crisi di Max che pur correndo in difesa riesce comunque a mantenere quasi inalterato il vantaggio in classifica. Tranne Leclerc adesso non ci sono piloti all’altezza del campione del mondo ma al monegasco manca il mezzo per competere seriamente.

Un deluso Lando Norris clamorosamente eliminato nel Q1

Ascoltando la indecente telecronaca televisiva, adatta più alla vendita di prodotti stile Vanna Marchi o Roberto Da crema che ad una competizione automobilistica, sembra di assistere al mondiale più bello degli ultimi 30 anni per le lotte ravvicinate e i tanti vincitori diversi ma la realtà è un’altra  poiché questa imprevedibilità è frutto di una mediocrità diffusa manifestata da errori marchiani di team e piloti che sembrano fare di tutto per non insidiare il trono dell’olandese.

Ormai non si ragiona più in ottica campionato ma si cercano le vittorie di tappa, facendo un parallelismo con il ciclismo sembra che siano tutti velocisti tranne l’unico passista che poi vince il Giro e appare incredibile come questo spettacolo divertente ma senza sostanza possa piacere, però i numeri dicono altro: gli spettatori ci sono e la formula uno attrae. Quelli come noi possono solo prenderne atto.


Crediti foto:  McLaren F1, Oracle Red Bull Racing

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