La ‘provocazione’ – mica tanto – è quella delle migliori. Non molto tempo fa, la FIA ha dichiarato tramite il suo Presidente, Mohammed Ben Sulayem, che il paddock fosse ormai pronto per tornare ai motori V10 in F1 – tanto cari ai fan storici – e di aver iniziato a istituire un tavolo tecnico per la fattibilità dell’operazione.
L’operazione di ritorno però era partita da Stefano Domenicali – CEO della Formula 1 – che per ottimizzare le regole e offrire un maggior spettacolo in pista, ha intravisto nel ritorno dei motori V10 la soluzione ideale.
Lo scenario sarebbe quello di sfruttare le conoscenze acquisite in questi anni con motori V6 Hybrid, in cui molto è stato fatto anche dal punto di vista dei bio-carburanti, per poter fare un passo indietro e tornare a un motore che ha fatto innamorare molti appassionati per ‘sound’ e prestazioni, montato per la prima volta nel 1989 da Honda e Renault, divenuto obbligatorio nel 2001 e poi abbandonato nel 2005 per lasciare posto al motore V8.
Nel 2022, con l’approvazione del nuovo regolamento in vista del 2026 del motore V6 Hybrid (potenza elettrica aumentata di tre volte ed eliminazione della MGU-H), motoristi come Audi e poi Honda hanno espresso la volontà di unirsi al Circus – per Honda è un ritorno ‘lampo’ dopo aver annunciato l’abbandono nel 2021 – visto che hanno trovato in questa nuova ‘versione’ motoristica l’opportunità di nuovi fronti di ricerca anche in merito ai progetti stradali. La situazione ha portato poi anche Red Bull alla creazione della propria divisione Powertrains in collaborazione con Ford.

V10 in F1: Audi non convinta
Molti nel paddock sembrano far rimbalzare voci in cui la FIA non sarebbe nel complesso del tutto soddisfatta dei nuovi regolamenti che entreranno il prossimo anno, temendo qualcosa in stile 2014, quando Mercedes sbaragliò la concorrenza mantenendo un monopolio durato fino al 2021, per cui l’azzardo è di quelli grossi: anticipare il rientro dei motori V10 al 2026 oppure tenere i regolamenti attuali fino al 2027 con l’introduzione dei motori V10 nel 2028.
Nonostante le dovute provocazioni, molti team sarebbero propensi a integrare i nuovi motori V10 nel regolamento sportivo non a partire dal 2031, ma proprio iniziando nel 2028, o al più tardi nel 2029, lasciando solo due o tre anni di spazio per il regolamento sportivo che inizierà nel 2026.
Secondo alcune dichiarazioni rilasciate a The Race, Audi è fermamente contraria all’abbandono dei motori ibridi a favore di motori V10 aspirati e alimentati da carburanti sostenibili: “Le imminenti modifiche al regolamento, tra cui le nuove norme sui propulsori ibridi stabilite per la stagione 2026 e oltre, sono state un fattore chiave nella decisione di Audi di entrare in Formula 1. Queste normative sui propulsori riflettono gli stessi progressi tecnologici che guidano l’innovazione nelle auto da strada Audi“.

V10 in F1: sviluppi futuri
Oltremanica sono rimbalzate voci che ad essere d’accordo per il rientro dei motori V10 sono Ferrari e Red Bull.
Il ‘Cavallino’ ha costruito una pagina gloriosa dei suoi successi con Schumacher sfruttando quell’unità di potenza, mentre Red Bull sembrerebbe essere in difficoltà nello sviluppo della Power Unit 2026, per cui cambierebbe tranquillamente progetto.
Inoltre, anche Cadillac, che si unirà come undicesimo team, ha dichiarato che nel 2028 installerà sulle vetture una propria Power Unit e sarebbero ben contenti di iniziare lo studio di un motore V10 che comporterebbe un risparmio di risorse notevoli rispetto alle PU in vigore dal prossimo anno.
Mercedes invece si pone in una sorta di ‘terra di mezzo’, ma è stato riportato che Toto Wolff potrebbe allinearsi all’idea di iniziare i regolamenti 2026 per poi unirsi allo sviluppo dei motori V10 da far girare in pista entro il 2030. Ancora da scoprire, infine, la posizione di Honda, che al momento risulterebbe sulla stessa posizione di Audi, ma che a differenza del gruppo tedesco potrebbe aprire uno spiraglio alla fattibilità di uno studio di nuovi regolamenti con motore solo endotermico.
Crediti foto: Audi F1, Ferrari