Da quando Liberty Media ha preso le redini della F1, tutto è cambiato per il pubblico d’Europa, lo zoccolo duro della categoria, che segue sempre con passione le vicissitudini del “pinnacolo del motorsport”.
Il Vecchio Continente, da sempre culla della categoria e di tutto il motorsport, agli occhi degli uomini di Englewood è vista solo come una palla al piede, incapace di garantire le entrate che Liberty Media vorrebbe. Con la comparsa di nuovi e ricchi mercati, Liberty Media ha trovato il pretesto per ridurre il numero di Gran Premi europei.
Basti pensare al recente incontro tra il Presidente e CEO di F1, Stefano Domenicali, e il governo tailandese, che desidera vedere nei prossimi anni le monoposto di F1 sfrecciare tra le strade della capitale Bangkok: leggi qui.
F1: Liberty Media non rispetta l’Europa
Gli interessi dei Paesi che non badano a spese portano l’Europa a subire decisioni come il rinnovo di un solo anno per il Gran Premio d’Olanda e quello di cinque anni per il Gran Premio del Belgio, con l’iconica ed amatissima pista di Spa costretta ad accettare la logica delle “rotazioni fra Gran Premi”. Non è chiaro se la rotazione avverrà con un evento europeo o extra-europeo.
Un’altra questione riguarda gli orari dei Gran Premi australiani, asiatici e, più recentemente, quello di Las Vegas. Il Gran Premio d’Australia, per antonomasia, era il nostro Gran Premio “notturno”: ci svegliavamo alle 2 o alle 3 del mattino per seguire l’evento d’apertura della stagione.
Nel corso degli anni, l’orario è stato modificato dalle 13 locali alle 17, agevolando il pubblico europeo che poteva godersi la gara alle prime luci dell’alba. Tuttavia, dopo il caotico Gran Premio del 2023, caratterizzato da tre bandiere rosse – decisioni che si sarebbero potute evitare – la FIA ha deciso di anticipare di due ore l’inizio dell’evento, fissandolo alle 5 del mattino ora italiana.
Il vero capolavoro, però, si avrà in Cina con il prossimo Gran Premio. Dallo scorso anno, le sei Sprint Race sono state spostate al mattino per evitare che le squadre entrino subito in “parco chiuso”, una norma apprezzata da fan e appassionati. Ma con l’annuncio che una delle sei Sprint si terrà in Cina, il pubblico europeo subisce un’ulteriore mazzata.
Essendo la Sprint una sessione mattutina e trovandosi la Cina sette ore avanti rispetto al fuso orario europeo, gli appassionati dovranno accendere la TV alle 4 del mattino per un evento che dura poco più di mezz’ora. L’anno scorso, essendosi tenuta ad aprile, la Sprint Race cinese si disputò alle 5 grazie all’ora legale, che riduceva il fuso orario da sette a sei ore di differenza. Anticipando il Gran Premio di un mese, l’Europa sarà ancora in ora solare e costretta a svegliarsi alle 4 per non perdersi l’evento.

Infine, il Gran Premio di Las Vegas. Le prime due edizioni di questo evento, l’unico organizzato direttamente da Liberty Media, si sono svolte alle 22 di sabato sera, ora del Nevada, corrispondenti alle 7 di domenica mattina in Europa, un orario tutto sommato accettabile, simile a quello del Gran Premio del Giappone. Tuttavia, quest’anno la FIA ha deciso di anticipare l’inizio della gara di due ore per motivi logistici, passando dalle 7 alle 5 del mattino italiane, come il Gran Premio d’Australia.
Comprendiamo le difficoltà logistiche nel trasferire tutto il materiale, ma due ore prima o due ore dopo non cambiano la vita delle migliaia di lavoratori coinvolti nell’organizzazione. Al contrario, cambiano eccome per il pubblico europeo, che si vede privato di altre due ore di sonno.
La F1, da una parte, ci toglie i Gran Premi e, dall’altra, ci propone orari improbabili. Siamo cornuti e mazziati e, nonostante tutto, non smetteremo mai di seguire questo meraviglioso sport. Saremo masochisti? Chissà…