F1 – Poche ore fa, vi avevamo scritto di come il Ruanda si stia presentando agli occhi del mondo come una nuova “Arabia Saudita”, capace di attrarre i maggiori eventi sportivi mondiali, pur essendo uno dei Paesi più poveri al mondo.
Ma proprio in questi minuti, il Parlamento UE, con sede a Strasburgo, ha votato quasi all’unanimità (443 voti favorevoli, 4 contrari e 48 astenuti) per sospendere il memorandum d’intesa con il Ruanda sulle catene di valore delle materie prime sostenibili.
Questa decisione è una risposta all’avanzata dei ribelli dell’M23, supportati da Kigali, nelle regioni del Nord e Sud Kivu nel Congo, inclusa la recente conquista della città di Goma. La risoluzione, sebbene non vincolante, rappresenta una chiara indicazione politica che la Commissione Europea è chiamata a considerare.
Il memorandum, firmato un anno fa, prevedeva una collaborazione con il governo ruandese per garantire catene di approvvigionamento sostenibili di materie prime critiche, come tantalio, tungsteno, stagno, oro e niobio. Tuttavia, numerose evidenze indicano che molti di questi minerali, dichiarati come ruandesi, provengono in realtà da miniere illegali nel Congo, spesso controllate da gruppi armati. Questa situazione alimenta il conflitto nella regione e solleva dubbi sulla sostenibilità e l’etica della filiera di approvvigionamento.

Oltre all’approvvigionamento di materie prime, l’accordo prevedeva investimenti in infrastrutture per la raffinazione, trasferimento di tecnologie estrattive e formazione di personale specializzato. L’obiettivo dell’UE era assicurarsi risorse essenziali per la transizione ecologica attraverso una filiera etica, obiettivo messo in discussione dalle attuali circostanze.
La risoluzione del Parlamento Europeo è stata influenzata da una forte pressione della società civile europea e congolese, comprese diverse associazioni italiane, che hanno evidenziato le contraddizioni e le implicazioni etiche dell’accordo in vigore.
Il Parlamento UE ha richiesto anche l’annullamento dei Campionati Mondiali di ciclismo, che si terranno proprio a Kigali, capitale dello Stato. Il “Progetto Ruanda” per portare la F1 nel Paese si complica sempre più. Adesso sta a Liberty Media scegliere da che parte stare.