Il Gran Premio d’apertura del Campionato Mondiale di F1, in Australia, a Melbourne, ci ha regalato una gara imprevedibile ed emozionante, a causa della variabilità del tempo e delle insidie dell’asfalto. Ma uno dei 20 piloti in gara, ahimè, non ne ha preso parte: sto parlando del francese della Visa Cash App Racing Bulls, l’esordiente Isack Hadjar.
Durante i primi metri del giro di formazione, in curva 1, perde il controllo della monoposto e impatta contro le barriere in curva 2, dicendo così addio alla gara prima dello spegnimento dei semafori. Il ragazzo, affranto dall’errore o dall’incidente – ognuno può avere la sua opinione sul fatto compiuto – torna da solo ai box, senza nessuno del suo team che provi a rincuorarlo, casco in testa, capo chino, mentre scoppia in lacrime.
Mentre ha la testa bassa, una persona gli si para davanti e lo ferma. Quella figura è Anthony Hamilton, padre di Lewis. Anthony lo abbraccia, lo accompagna e soprattutto gli parla: tutto quello che avrebbe dovuto fare il suo team e che non ha fatto. Riemergono così alla mente i ricordi della nefasta gara di Abu Dhabi 2021, quando Anthony abbracciò il figlio Lewis. Le uniche immagini degne di essere ricordate di quello sciagurato GP.

Se da una parte c’è Anthony Hamilton, dall’altra c’è Helmut Marko
Sappiamo fin troppo bene quanto il capo dell’Academy della Red Bull, Helmut Marko, sia un personaggio senza scrupoli, anche di fronte a un crollo emotivo di un suo ragazzo cresciuto all’interno del suo programma. Un mondo ipercompetitivo, che lui stesso definì qualche mese fa un vero e proprio “Blue Lock”. Chi segue i manga e gli anime sa bene di cosa stia parlando.
A Marko quelle immagini non sono piaciute, giudicandole, in modo freddo e sprezzante, “imbarazzanti”. “Imbarazzanti”, invero, sono i suoi giudizi su un ragazzo che credeva di vivere il giorno più bello della sua vita – il debutto in F1 – e che, in un battito di ciglia, ha visto quel sogno tramutarsi in uno dei momenti peggiori che un pilota possa vivere.
“Imbarazzanti” sono stati gli uomini del team di Faenza: nessuno si è mosso per dire ad Hadjar una parola di conforto. Gli uomini della Red Bull e del suo satellite hanno fatto una figura peggiore del loro pilota, che deve continuare a camminare a testa altissima.
In F2, Hadjar l’ho criticato anche pesantemente: le continue lamentele nei team radio, lo stallo durante la partenza dell’ultimo Gran Premio di Abu Dhabi, consegnando di fatto il titolo a Gabriel Bortoleto – attualmente anche lui in F1 in forza alla Stake F1 Team Kick Sauber – ma non ho mai giudicato questi comportamenti o errori “imbarazzanti”.
Anthony Hamilton ha dato una lezione di stile al mondo Red Bull. Ha fatto quello che loro avrebbero dovuto fare, ma che non hanno fatto. Per quanto riguarda Marko, il personaggio è quel che è. Le sue frustrazioni, la sua tossicità, ricadono sui suoi piloti, e questi sono i risultati: ragazzi in lacrime per un banale errore o incidente.
Non abbiate frustrazioni nella vita e non fatele ricadere sugli altri. In un mondo di “Helmut Marko”, siate “Anthony Hamilton”.