Sarò sincera: dopo le qualifiche del Brasile ho pensato sul serio che quella sarebbe stata la svolta decisiva del mondiale di F1, quella che avrebbe portato la vittoria a Norris. Inizio ad avere una certa età, quindi riconosco i segnali di una possibile “fregatura”, avendone già vissute due: Abu Dhabi 2010 e Interlagos 2012.
Vedere Norris passare la Q1 per il rotto della cuffia e Max uscire dalla Q2 per un cattivo timing, complice una serie di bandiere rosse, mi ha portato a twittare:
“La strada del mondiale si sta colorando di arancio. Inizio ad avere una certa età, non è la prima volta che vince chi non ha fatto la stagione migliore. I numeri non sono tutto, ma il numero #1 è solo uno. Forza Max, fino alla fine bisogna provarci.”
Sì, tra Norris e Verstappen preferisco quest’ultimo. Ho accettato – mio malgrado – i mondiali di Vettel, ma Norris no, vi prego. Non ce la posso fare: non è né carne né pesce.
Talvolta, però, la domenica ci regala esiti inaspettati. Merito anche di piloti superlativi come Max. Mi sbagliavo: quella era davvero la chiave di volta del mondiale. Si colora di arancio, ma non papaya: è arancio olandese.

Riflessione su Norris
Ritornando a l pilota di Bristol: uno che ai microfoni afferma che la vittoria di Verstappen – quella vittoria – sia unicamente opera della “fortuna”, non solo non merita questo mondiale, ma neanche i prossimi 200. Anzi, nemmeno che la sua stirpe vinca i prossimi 1000, finché esisterà il motore a combustione interna.
Tifosi o meno di Max – escluso Norris – non si può negare che il mondiale sia stato vinto dal migliore. Verstappen ha saputo trascinare la sua squadra, che nelle prime gare gli ha fornito una bella carrozza, poi trasformatasi in una zucca. La compagine è cambiata al suo interno: il magico trio Horner-Newey-Marko non c’è più, e lo scandalo che ha coinvolto Horner non ha certo calmato le acque.
Quest’anno abbiamo avuto la dimostrazione che il lavoro di squadra è importante, ma sono i fuoriclasse a fare la differenza, sia a livello tecnico (Newey) sia a livello di guida (Verstappen). L’anno prossimo capiremo se Red Bull potrà fare a meno di Newey, anche se le prestazioni viste in questo campionato non sono incoraggianti.
Come diceva Lorenzo de’ Medici:
“Chi vuol esser lieto sia, del domani non v’è certezza.”
Cari tifosi di Verstappen, godetevi questo mondiale: potrebbe essere l’ultimo (in Red Bull).
Verstappen e Las Vegas
Il mondiale di Verstappen è l’unica cosa di Formula 1 che abbiamo visto nel weekend di una città dove ludopatia, prostituzione, canne e matrimoni lampo – vestiti da Elvis – sono il core business. Non ci sarebbero, del resto, altri motivi per attraversare il deserto e vedere il nulla mischiato col nulla.
Ferrari: da F1 ad Asilo Mariuccia
Parliamo ora della situazione Ferrari, che sembra un vero Asilo Mariuccia: “Ce lo dico alla maestra, gne gne gne”. Abbiamo un pilota – che chiameremo CS – che, a inizio stagione, è stato silurato dal Presidente – che chiameremo JE – per sviluppare il suo core business (non le auto, ma i soldi). Per questo, ha ingaggiato un 7 volte campione del mondo – LH – da affiancare al pilota CL.
Non serve un genio per capire che, da quel momento, CS ha iniziato a farsi i fatti suoi, ignorando i team radio scomodi. E, sinceramente, fa pure bene. Non si capisce lo stupore di CL a due gare dalla fine della stagione: CHI non rispetta i team radio è già stato un tema durante l’anno. Ancora non l’ha capito? E il team principal che organizza questi debriefing?
Nell’intervista post-gara, CL ha detto con tono sprezzante che d’ora in poi penserà solo a se stesso. Complimenti per il tempismo: questa decisione doveva arrivare tre anni fa, non a due gare dalla fine.
Se CL soffre così tanto CS e i suoi mancati team radio, c’è da preoccuparsi in ottica 2025. La speranza è che LH diventi improvvisamente “bollito” e che non gli piacciano le lasagne al tofu. Altrimenti, sarà un problema gestirli, dato che sembra non esserci nessuno in grado di farlo.
Ah, denigrare la Williams perché ci va a correre CS è poco rispettoso. Dice poco di CS, ma molto di voi. Mentre CL piange per un team radio, c’è un suo coetaneo che ha appena vinto il quarto mondiale. Rifletteteci.
F1, McLaren e le parole di Zak Brown
Nota di merito a Zak Brown: a inizio campionato disse che almeno 6-7 piloti avrebbero potuto vincere con la Red Bull di Verstappen e che Max, senza quella macchina, il mondiale non lo avrebbe agguantato.
Ad oggi sappiamo che, con una macchina più performante della Red Bull (la McLaren), il suo pilota non è riuscito a togliere il mondiale a Verstappen.
Max, che come me e Alonso non porta rancore, ha approfittato di un’intervista per ricordare a Brown:
“Like you said, before I could only win it in the fastest car, but this year is a little different.”
Mi ha ricordato quel momento del 2016, quando Johnny Herbert disse che Alonso doveva ritirarsi, e Nando gli rispose in diretta:
“I will not retire, mate. I was world champion. You ended up as a commentator because you were not a world champion, mate.”
Adoro. 💖
Abu Dhabi
Un pensiero agli abitanti di Abu Dhabi che pagano fior di dollari per avere l’ultima gara del mondiale, ma che spesso assistono a un mondiale già deciso. Ah ah ah.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, McLaren F1