Prima dell’introduzione, nel 2005, della pausa estiva obbligatoria imposta dalla FIA, i reparti tecnici e sportivi delle fabbriche delle varie scuderie che competevano in F1 non chiudevano, lavorando anche nel mese di agosto. Con l’aumento delle gare in calendario, dai classici 16 Gran Premi ai 24 eventi di oggi, questo periodo di inattività è diventato essenziale per le squadre. Con meno Gran Premi – che erano concentrati per la stragrande maggioranza in Europa – capitava che si gareggiasse anche a Ferragosto. Per ben 6 volte la Formula 1, ha corso in questa data nella sua storia: tre in Austria e tre in Ungheria. Ecco le storie dei Gran Premio di Ferragosto.
Gran Premio d’Austria 1971: l’ultima sinfonia di Jo Siffert e l’astro nascente di Niki Lauda
Gara storica per i ritiri eccellenti più che per la vittoria. Il pilota svizzero della BRM, Jo Siffert, dominò, conquistando il Grand Chelem (pole, vittoria, giro veloce, tutti i giri in testa), il suo secondo ed ultimo successo in carriera. Sul podio il brasiliano della Lotus, Emerson Fittipaldi, e il pilota australiano Tim Schenken della Brabham, quest’ultimo al suo unico podio in Formula 1.
Solo 12 dei 22 piloti terminano la gara, con appena 7 a pieni giri. Lo scozzese Jackie Stewart della Tyrrell si laureò campione del mondo per la seconda volta, nonostante il ritiro, grazie al contestuale stop del rivale del pilota belga della Ferrari Jacky Ickx. In quel Gran Premio debuttò il futuro tre volte campione del mondo, l’eroe di casa, Niki Lauda, con la March. Debutto che si concluse con un ritiro.
Il vincitore del Gran Premio, Jo Siffert perderà la vita, poco più di due mesi dopo, in un’incidente sul circuito inglese di Brands Hatch, in una gara non valevole per il Campionato Mondiale di F1.

Gran Premio d’Austria 1976: la sorpresa di John Watson
La gara fu segnata dall’assenza del ferrarista Niki Lauda, reduce dal grave incidente al Nürburgring, avvenuto due settimane prima. La Ferrari, in protesta contro la FIA per la riammissione in classifica del pilota inglese della McLaren James Hunt al Gran Premio di Spagna di 3 mesi prima, squalificato per un’anomalia agli pneumatici. Hunt, rivale di Lauda, in quel momento infortunato, partì dalla pole ma finì quarto.
Il pilota nordirlandese John Watson vinse l’unica gara in F1 per la Penske, ultima squadra americana a trionfare nella massima categoria del motorsport. Sul podio, insieme a lui, ci salirono, il francese Jacques Laffite della Ligier e lo svedese Gunnar Nilsson della Lotus. Watson si rasò la sua iconica barba per una scommessa con Roger Penske, proprietario della scuderia a stelle e strisce. Fu l’ultima gara in Formula 1 di Lella Lombardi, unica donna a punti nella storia della categoria, al Gran Premio di Spagna del 1975.
Gran Premio d’Austria 1982: la prima vittoria di Elio De Angelis in F1
Dopo il grave incidente di Didier Pironi, a Hockenheim, che mise fine alla sua carriera, la Ferrari gareggiò con il solo, il francese Patrick Tambay che sostituì Gilles Villeneuve scomparso a Zolder nelle prove libere del venerdì del Gran Premio del Belgio. Pironi, leader del mondiale, gravemente infortunato, disse addio ai sogni di gloria.
Il pilota romano Elio De Angelis della Lotus vinse a sorpresa con un motore aspirato, superando il pilota finlandese della Williams, Keke Rosberg, per 5 centesimi. Sul podio anche Jacques Laffite.
Tambay concluse quarto, contribuendo al 7° titolo costruttori della Ferrari in Formula 1. Campionato amaro, macchiato dalla morte di Villeneuve e dal gravissimo incidente di Pironi. Con il secondo posto, Keke Rosberg, vincerà il suo primo e unico mondiale. La vittoria di De Angelis dimostrò la competitività dei motori aspirati contro i turbo, dominanti all’epoca.

Il “Gran Premio di Ferragosto” di F1 si sposta a Budapest – Gran Premio d’Ungheria 1993: il primo trionfo di Damon Hill
Per rivedere di nuovo un “Gran Premio di Ferragosto”, bisognerà aspettare ben 11 anni, e si sposterà ad appena 423km verso Est dall’impianto austriaco di Spielberg, a quello ungherese della capitale Budapest: l’Hungaroring.
L’Hungaroring, introdotto nel 1986 nella massima serie, divenne il nuovo “classico” di Ferragosto. Nel 1993, la Williams dominò con Alain Prost, vicino al quarto titolo mondiale. Il campione francese vinse 7 gare su 10, ma a Budapest si ritira come il suo storico rivale, il brasiliano della McLaren, Ayrton Senna.
L’altro pilota della Williams, l’inglese e figlio d’arte Damon Hill colse la prima vittoria in carriera, davanti all’italiano della Benetton Riccardo Patrese e all’austriaco Gerhard Berger. Hill vincerà anche le due gare successive, in Belgio a Spa e in Italia, a Monza.
Gran Premio d’Ungheria 1999: la cocente delusione di Eddie Irvine
Il nordirlandese Eddie Irvine è leader a sorpresa del mondiale, dopo l’infortunio di Michael Schumacher, durante il GP di Gran Bretagna a Silverstone. Irvine, con due vittorie consecutive, guida il campionato con 8 punti davanti al principale rivale, il finlandese della McLaren Mika Hakkinen.
Hakkinen vinse dominando dalla pole, mentre Irvine, partito in prima fila, compì un errore al giro 63 e chiuse terzo, superato dall’altra McLaren di Coulthard. Il sogno iridato di Irvine iniziò a svanire, nonostante arrivò in testa all’ultima gara a Suzuka.
Gran Premio d’Ungheria 2004: festa rossa a Budapest
L’ultimo “Gran Premio di Ferragosto”, nella storia della F1. Dominio assoluto della Ferrari, con Michael Schumacher vincitore di 11 gare su 12, nel 2004. Dopo l’umiliazione del 2003, dove Schumacher fu doppiato dalla Renault dello spagnolo Fernando Alonso, la Ferrari era in cerca di rivincita.
Schumacher e Rubens Barrichello dominarono, finendo primo e secondo con 44 secondi di vantaggio su Alonso. La Ferrari si assicurò il 14° titolo Costruttori della sua storia e Schumacher vincerà il suo settimo ed ultimo titolo mondiale nel successivo GP del Belgio.

Jean Todt, team principal Ferrari, organizzò la festa per il titolo a Maranello, sulla pista di Fiorano invece che a Budapest, coinvolgendo mille persone.
I Gran Premi di Ferragosto hanno segnato momenti iconici della Formula 1, con il debutto di Niki Lauda, i ritiri celebri Stewart, Prost e Senna, le imprese inattese come quelle di Watson, De Angelis ed Hill e i domini schiaccianti come quelli della Ferrari nel 2004. L’introduzione della pausa estiva dal 2005 ha eliminato queste gare agostane, ma le storie d’Austria ed Ungheria restano scolpite nella memoria del motorsport.
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Crediti foto: F1, Ferrari