Era nell’aria e arriva la conferma: la Thailandia ha dato il via libera definitivo per portare un GP di F1 entro il 2028. Il costo mastodontico dell’ambizioso progetto si aggira attorno a 1,2 miliardi di dollari.
La decisione è stata confermata dal portavoce del governo, Jirayu Houngsub, al termine di una riunione del gabinetto. L’iniziativa, che richiede ancora l’approvazione della FIA, mira a organizzare una corsa su un circuito cittadino nella capitale thailandese, con l’intento di promuovere il turismo, settore chiave per l’economia nazionale.
Il primo ministro thailandese, Paetongtarn Shinawatra, ha avuto un ruolo attivo nel progetto, incontrando più volte negli ultimi mesi il Presidente e CEO della F1, Stefano Domenicali, incluso un colloquio significativo a Monaco durante il weekend del Gran Premio. Ne abbiamo parlato qui nel dettaglio.

F1 – I dettagli del progetto del GP di Thailandia
Sebbene il tracciato esatto non sia ancora stato definito, Houngsub ha indicato che potrebbe includere l’area vicino al mercato di Chatuchak, nel nord di Bangkok, una zona popolare tra i turisti. Il circuito proposto dovrebbe estendersi per circa 5,7 chilometri.
Il governo ha sottolineato l’importanza di rendere la gara “sostenibile”, senza però fornire dettagli specifici su come ciò verrà realizzato, se non un generico riferimento all’attrazione di investimenti in tecnologie verdi.
Si prevede che l’evento possa generare benefici economici per circa 600 milioni di dollari, stimolando il turismo e creando nuove opportunità occupazionali: si parla di circa 8.000 nuovi posti di lavoro all’anno e un indotto economico pari a 16 miliardi di baht su base annua.
Il progetto era stato inizialmente approvato in linea di principio lo scorso 23 aprile 2024, con studi di fattibilità curati dal Thailand Convention and Exhibition Bureau, dall’Autorità Sportiva della Thailandia e dall’Amministrazione Metropolitana di Bangkok.
La candidatura si inserisce in un contesto fortemente competitivo, dato che il calendario della Formula 1 conta già 24 gare, di cui quattro nella regione Asia-Pacifico, inclusa la tappa di Singapore. La Thailandia punta a sfruttare l’evento per migliorare l’infrastruttura della capitale, spesso congestionata, e attrarre turisti di fascia alta, seguendo l’esempio di altre città che già ospitano appuntamenti del Circus.
Per l’Europa, intanto, resta solo da resistere se non vuole capitolare definitivamente.
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