F1 – Alle porte del Gran Premio d’Italia siamo ancora alle prese con i tanti temi emersi dal Gp d’Olanda. Cosa abbiamo imparato dall’evento di Zandvoort?
- Che cosa ha bevuto Leclerc durante la gara: monossido di diidrogeno, comunemente chiamato “acqua”. Così ha riferito un imbarazzato Andrea Ferrari, fisioterapista di Charles, a un sempre inopportuno Vanzini sulla griglia di partenza. L’ottima prestazione del pilota monegasco è riconducibile al suo talento cristallino, senza trucco e senza inganno. Purtroppo, non esiste alcuna sostanza che Vanzini possa assumere per aiutarlo a porre domande intelligenti!
- Che la Ferrari non sa quando la sua vettura è competitiva. Un po’ poco rassicurante in vista degli aggiornamenti previsti per il prossimo tris di Gran Premi (Monza, Baku, Singapore). Si trova comunque in buona compagnia, considerato che la Mercedes, dopo il dominio di Spa-Francorchamps, non ha mostrato alcun ritmo in gara. Il disappunto di Toto Wolff era piuttosto palpabile; Vasseur, invece, guarda sempre il bicchiere mezzo pieno, come si fa nei team di media fascia. Tuttavia, quest’ultimo può contare su due piloti validi che hanno portato punti importanti per la classifica costruttori.
- Che con questo regolamento entrato in vigore nel 2022 è più facile per gli inseguitori colmare il gap tecnico nei confronti di chi “domina” – nel nostro caso, la Red Bull. La FIA ha scritto questo regolamento con il preciso intento di evitare situazioni di dominio stile Mercedes, e oggettivamente bisogna ammettere che l’obiettivo è stato raggiunto. La limitazione principale sono sicuramente le ore di CFD e galleria del vento di cui può beneficiare la squadra dominante rispetto a chi si trova al quarto/quinto posto della classifica costruttori. Aston Martin si può definire un primo esempio di questo concetto; il successo o meno di questo inseguimento chiaramente dipende dalla bontà (o meno) del lavoro dei tecnici. I regolamenti si limitano a offrire questa possibilità.Bisogna inoltre sottolineare che la RB20 è la monoposto che in fase di progettazione ha risentito delle penalizzazioni dovute al superamento del budget cap; basta quindi un piccolo passo falso negli aggiornamenti per andare in difficoltà, una condizione che verosimilmente si è verificata per Red Bull. In tutto questo, bisogna riconoscere a McLaren il merito di essere riuscita a colmare il gap e mettere in pista una vettura competitiva, considerando che 9 anni fa era una squadra senza sponsor e con una power unit deficitaria di almeno 100 cavalli di potenza. Una bella lezione per qualcuno.
- Che anche un ingegnere può essere un ottimo team principal! Ogni volta che si sente parlare Andrea Stella si capisce perché McLaren è migliorata così tanto: ha lavorato con uno dei migliori piloti di F1 della storia e ha vissuto quel momento d’oro. Sta costruendo le fondamenta di una squadra con una mentalità vincente; chiaramente serve il salto di qualità, dato che in alcune occasioni non si è dimostrata all’altezza. Tuttavia, ci sono tutti gli ingredienti per fare grandi cose: le vittorie possono dare morale e spingere il cuore oltre l’ostacolo.
- Che Norris può giocarsi il mondiale con Verstappen, ma deve capire come staccare la frizione. Anche un suo conterraneo, da giovane, non faceva grandi faville in partenza; poi ha vinto 7 mondiali. Il problema, a mio modesto parere, è che a Norris manca quello che ha Hamilton: quasi tutto. Ha dominato questa gara per la superiorità dell’auto più che per il pilotaggio in sé, e questo ricorda vagamente il Brasile 2021, dove Verstappen dovette cedere per manifesta superiorità della PU Mercedes. Nel momento chiave in cui Norris avrebbe dovuto impensierire Verstappen, cioè la partenza, ha sbagliato.
Nel campionato piloti, il distacco è di 70 punti: Verstappen dovrà necessariamente fare il ragioniere in alcune occasioni, ma Norris non può permettersi passi falsi, si gioca tutto nei dettagli. Da un lato abbiamo un pilota in ascesa con un pacchetto tecnico e una squadra sicuramente più in forma, dall’altro una squadra in crisi ma con un pilota sicuro dei suoi mezzi. Chi la spunterà? - Che nel prossimo weekend, quello di Monza, le carte potrebbero essere rimescolate. Sarà importante capire se gli aggiornamenti di McLaren funzioneranno bene anche qui, su una pista un po’ più sfavorevole rispetto all’Olanda, e come Red Bull risponderà con i suoi nuovi aggiornamenti. Se Norris e Verstappen si ritroveranno appaiati alla prima variante, non so cosa succederà…
- Che, stranamente, nei circuiti “old style”, molto stretti e quindi con poche occasioni di sorpasso per vetture che sembrano dei camion, riusciamo ad assistere a un Gran Premio divertente. Non c’è stato bisogno di aggiungere sprint race, grandi occhi giganti o finti porti, ma semplicemente di mostrarsi per quello che si è: una competizione con 70 anni di vita, in cui tecnica, storia ed emozioni si incontrano. Tutto molto semplice, molto europeo e poco americano.
- Che gli olandesi sono proprio dei tamarri, ma ci piacciono così come sono. DU, DU, DU, MAX VERSTAPPEN…
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari HP