Per un attimo provate a dimenticare la vittoria di Charles Leclerc con tutto il corollario di emozioni tracimate come un fiume in piena. Concentriamoci su cosa è stato il GP di Monaco da un punto di vista tecnico e sportivo.
Dopo la prima partenza in cui è successo di tutto e di più – per fortuna senza conseguenze per i piloti – lo spettacolo ha fatto perdere le sue tracce. Forse si è rintanato in qualche hospitality, forse si è imbucato in una festa che si teneva durante l’evento, classica routine da queste parti.
Monte Carlo ha regole sue, si muove con le proprie consuetudini che lo rendono l’evento più atteso dell’anno. Usanze che polarizzano: o ti prendono totalmente o le odi in maniera viscerale. Giusto per smentire quanto appena scritto, il mio approccio è asettico, quasi distaccato.
Quando l’oggetto della tua passione si trasforma in lavoro le pulsioni mutano: la lucidità prende il sopravvento e forse spoetizza tutto ciò che scaturisce dal tifo genuino. Rovescio della medaglia. In virtù di ciò esprimo pareri liberi da dogmatici tributi alla tradizione. Il fideismo è una deriva perniciosa dalla quale mi tengo alla larga.
Ieri abbiamo assistito all’estremizzazione del concetto di trenino. Nonostante il casino sovrumano scoppiato nella prima partenza, dopo 78 giri, la classifica non si è mossa di un millimetro: i protagonisti della Q3 sono stati gli stessi della gara. Nel medesimo ordine, senza che qualcuno avanzasse o retrocedesse come testimonia l’infografica in alto. Che botta di vita, amiche e amici!
Gp Monaco 2024: non è il Principato a essere incompatibile con la F1, è questa a non sposarsi più con il circuito rivierasco
Non leggerete in questo scritto che il tracciato del Principato è anacronistico o che sia incompatibile con la Formula Uno. Magari è vero, c’è chi lecitamente lo pensa, ma ribadirlo non servirà a risolvere il problema. Perché un problema esiste. E chi lo nega non rende un servizio alla verità.
Monaco vive di leggi sue? Bene, si faccia qualcosa per tutelarne la specificità ed evitare che la gara diventi una lunga teoria di sbadigli che nemmeno i puristi del driving riescono a evitare nello sbilenco tentativo di darsi un tono pubblico salendo sul piedistallo della purezza formulistica.
Se al primo giro la direzione è costretta a deliberare bandiera rossa è assurdo che si possa pensare di far “smarcare” (uso questo termine solo per sottolineare quanto sia maledettamente odioso) le gomme e andare alla bandiera a scacchi senza passare dai box.
Basterebbe cambiare una norma elementare. Un giochetto da ragazzi che troverebbe concordi tutti i protagonisti del decision making ed eviterebbe altre Monaco 2024. Un gran premio che, a modo suo, entrerà nella storia.
E non solo per la prima a da “re a casa sua” (l’hai copiato bene il titolo, ricciolino), ma poiché coincide con un evento che probabilmente ha toccato il minimo storico di pit stop e di manovre di sopravanzamento. Chissà l’imbarazzo nel dover decidere il sorpasso del giorno.

Bisogna ammetterlo per evitare di passare per ipocriti. E pure per stupidi: lo spettacolo che hanno offerto i piloti di Formula 3 (a proposito, complimenti al nostro Gabriele Minì che si prende la vittoria e la testa della classifica) e di Formula 2 che, pur con i loro errori di foga (ne abbiamo visti di più pacchiani con protagonisti driver ben più scafati come Magnussen e Ocon), hanno azzardato, spinto, sorpassato. Si sono divertiti e hanno divertito.
La Formula Uno, invece, è stata “animata” solo dai team radio taglienti di Max Verstappen e da quelli simpatici di Charles Leclerc che a me non hanno fatto sorridere ma che sono tanto piaciuti a Marc Gené . Lo spettacolo visto in pista ci ha fatto venire l’orchite. Diciamolo e basta.
Sarà mica un caso che lo show è stato animato da vetture delle categorie propedeutiche che sono aerodinamicamente meno complesse e più compatte negli ingombri? No, non è una coincidenza. La Formula 1 ha bisogno di darsi una regolata sul peso e sulle grandezze. Non è Monaco a essere inadeguata, sono queste vetture a non essere più compatibili con piste come quella del Principato o come Imola, altro teatro refrattario ai sorpassi.
Meno DRS, meno fronzoli, meno gomme di marmo di Carrara e grandezze ridotte. Queste è la strada che il legislatore dovrebbe percorrere una volta e per tutte. Lo avranno fatto col regolamento 2026 che dovremmo vedere il primo giugno? Lo scopriremo tra pochi giorni.
Nel frattempo, essendo queste le norme, Monaco se lo semo levato dalle palle. Con buona pace di chi commenterà velenosamente questo scritto. Armatevi di penna e dite la vostra, Formulacritica è aperta a tutti.
Crediti foto: Formulacritica, Scuderia Ferrari HP