Il GP del Giappone non ha regalato sicuramente spettacolo, complice il circuito stretto, l’aria sporca che impediva a chi inseguiva il sorpasso e, probabilmente, la minore usura degli pneumatici dovuta al nuovo asfalto. Una gara priva di eventi significativi, salvo qualche guizzo offerto dalle retrovie e il tentativo di sorpasso di Norris su Max Verstappen all’uscita dei box. La noia ha preso il sopravvento. Ma se c’è una cosa che il GP ha trasmesso è che ad oggi non basta avere la vettura migliore della griglia se accanto a questa non gli abbini tutta una serie di elementi.
Elementi come l’abilità alla guida, la capacità di saper interpretare i punti deboli e spingersi oltre i limiti. La capacità di non pensare troppo ma di pigiare il piede sull’acceleratore e realizzare delle magie. Pochi sono stati i piloti capaci di fare quanto appena descritto ed uno solo è presente sulla griglia di partenza attuale.
Si tratta, ovviamente, di Max Verstappen, che dopo aver conquistato una pole position contro ogni previsione, in gara, complice l’aria pulita ed una serie di aggiornamenti che hanno favorito il bilanciamento della Red Bull, porta a casa uno straordinario risultato, mettendosi a meno un punto dall’inglese della McLaren in classifica piloti.
Era strano che Max non avesse vinto ancora una gara e l’inno olandese oggi ha rassicurato un po’ tutti. Strano non è, l’aver vinto su una pista molto tecnica e soprattutto vecchia scuola. Oggettivamente, Max non guida la macchina migliore in questa stagione di Formula 1, ma ha saputo tirar fuori qualcosa di incredibile. L’olandese è stato in grado di adattarsi ad ogni punto del tracciato.
E a sottolinearlo è lui stesso. Al termine della gara, infatti, in un’intervista rilasciata al servizio streaming Viaplay, è evidente la sua felicità a cui aggiunge un pizzico di ironia. “Sono ovviamente felice di quello che sto facendo. Non voglio nemmeno immaginare come sarebbe andata se fossi stato al volante di quell’altra macchina. In quel caso, credo proprio che non mi avrebbero nemmeno visto. Probabilmente sarei già arrivato a Tokyo“.
Verstappen, per quei pochi che non lo avessero capito, faceva riferimento alla McLaren, la vettura color papaya della griglia. E parlando del team di Woking, sono tante le cose su cui deve riflettere in vista della gara del Bahrain: qui il programma. Se l’anno scorso il punto debole era nelle strategie di gara, con cambi gomme effettuati nei momenti sbagliati, quest’anno devono e dovranno fare i conti con i loro beniamini.

F1, McLaren: tra strategie conservative e la crescita necessaria di Norris
Lando Norris e Oscar Piastri, per quanto fuori pista, stanno bene insieme, nutrono rispetto reciproco e, per quanto siano alla pari dal punto di vista sportivo, ben presto la situazione potrebbe cambiare definitivamente. Nel GP del Giappone, la differenza tra i due è stata proprio evidente, con l’inglese che si è mantenuto tra l’uno e i due secondi dal campione del mondo.
Potremmo dire che McLaren ha trovato il suo punto debole nel trovarsi nell’aria sporca degli scarichi di insegue. Ma in realtà, è un problema che accomuna un po’ tutti. La verità è che la squadra guidata da Andrea Stella, ha voluto attuare una strategia conservativa e lo si è visto in tutta la durata della gara.
Il muretto box ha voluto minimizzare a tutti i costi il rischio di incorrere in danni alla monoposto, essendo consapevoli della guida aggressiva di Max ed evitare episodi passati. Il loro piano era vincere con l’undercut, il che potrebbe far emergere la loro convinzione (forse) che l’olandese avrebbe allungato. Così non è stato e tale strategia poteva rivelarsi dannosa per Oscar Piastri.
In loro aiuto, ci sarebbe potuto essere l’ingresso della Safety Car ed ingannare l’olandese effettuando un doppio pit-stop, portando a casa una doppietta. Magari il loro piano era proprio questo. Con i sé e con i ma la storia non si fa, ed il momento di rientrare ai box è arrivato, decidendo di fermare Lando nello stesso momento di Max, nella speranza di un sorpasso supportato dalla velocità dei meccanici.
In realtà, sia il pit-stop di Norris che di Verstappen vanno alla pari e l’unica chance di Lando di effettuare il sorpasso è all’uscita della pit-lane. Occasione persa in quanto finisce sull’erba, consentendo al pilota Red Bull di continuare la sua corsa verso la prima vittoria stagionale e la quarta consecutiva in terra nipponica.
Lando ha dichiarato che quello era l’unico momento utile per tentare il sorpasso, ma forse l’azione ha tradito un po’ di impazienza. Se fosse rimasto alle spalle, incollato al rivale, chi può dire che non avrebbe trovato l’opportunità ideale già alla prima curva? Un rischio elevato, considerando tutti i fattori che hanno reso la gara piuttosto statica, come abbiamo già evidenziato. Così, alla fine, ha preferito affidarsi alla strategia dei box.
Qualcuno potrebbe dire, inoltre, che Lando ha preferito la strada facile, che ha ha puntato a intraprendere una scorciatoia. In realtà, togliendo tutti i deficit del caso, Lando deve essere più pronto. È come se dovesse assumere una presa di posizione, una maggiore determinatezza nelle scelte in pista. Migliorare le partenze non basta e neanche spingere l’acceleratore, ma maturare mentalmente sì.
Studiare l’avversario e capirne i punti deboli fa la differenza, per poterlo attaccare al momento opportuno e portare a casa la vittoria. Non si pretende che assuma una guida aggressiva come il rivale, ma fin quando non si maturano tali elementi, probabilmente, un mondiale non si vince.

F1, Piastri chiede spazio: McLaren di fronte al dilemma delle gerarchie
Dietro di lui e terminato sul gradino più basso del podio, troviamo Oscar Piastri, che scalpitava a più non posso nella speranza di convincere il team ad effettuare uno scambio di posizione. A detta sua aveva più passo, ma nessuno saprà mai se fosse tale da prendere Verstappen, considerando che era molto veloce nel secondo e terzo settore, al contrario di McLaren.
Al termine della gara, la delusione sul volto di Piastri era non evidente, di più. “Sullo scambio di posizioni? Io penso che se mi avessero dato questa opportunità, Max sarebbe stato alla portata”, dice al termine della gara. E sullo swop con Norris, aggiunge: “Ho fatto una richiesta alla squadra, ma le cose sono andate così. Mi devo accontentare di questa posizione, dato che le qualifiche sono andate in un certo modo”.
Ed ecco il vero problema che McLaren dovrà imparare ad affrontare. Rispettare la papaya – rules per ora va bene, ma dal Bahrain qualcuno potrà iniziare a fare il suo gioco, andando contro ogni team order. Giustamente potremmo dire. Perché lasciarsi scappare un’occasione di vittoria quando se ne ha la possibilità?
McLaren ha tutte le carte in regola, ma deve imparare a giocarle con determinazione. Perché nella Formula 1 di oggi, chi aspetta troppo, è destinato a restare indietro.
Crediti foto: Oracle Red Bull, F1