F1 – Negli ultimi due Gran Premi, quelli in Canada e a Barcellona, abbiamo constatato che la Red Bull del tre volte campione del mondo, l’olandese Max Verstappen, sia attaccabile dalla concorrenza della McLaren di Lando Norris e (in misura minore) dalla Mercedes di George Russell.
Verstappen, negli ultimi due Gran Premi, ha mancato la pole. La sua Red Bull, in qualifica, sembra non avere più quella certezza cui ci aveva abituato. Poi, alla domenica della gara, l’asso olandese dimostra perché è un tre volte campione del mondo.
In Canada, Russell, partito in testa, va a finire sull’erba. Nell’immediato, il suo Team Principal, Toto Wolff, si apre in radio comunicandogli due parole che sembrano una condanna: “Stay Focus” (“rimani concentrato”). Un pilota che mira ad essere prima guida di una scuderia che ha dominato nella seconda metà degli anni Dieci non può farsi redarguire dal suo capo. I team radio sono a disposizione di tutti e, se il tuo capo ti ammonisce in mondovisione, non è il massimo per le proprie aspirazioni.
Nello stesso Gran Premio, Norris, che era in testa alla gara, insieme al suo team ritarda la decisione di cambiare gli pneumatici, permettendo così l’undercut di Verstappen che va poi a trionfare.
Ieri Lando partiva dalla pole, la sua seconda in carriera, dopo 1001 giorni dalla sua prima volta in Russia. Come prima cosa stringe Verstappen, andando anche sull’erba. Presta il fianco alla Mercedes di Russell che, partendo dalla 4ª casella con un lancio spaziale, buggera sia Norris che Verstappen portandosi in 1ª posizione, mentre il connazionale della McLaren si ritrova 3º. Poco serve a Verstappen per bruciare un arrendevole Russell col DRS e vola così verso la sua 61ª vittoria in carriera.
F1: Norris e Russell ancora immaturi?
Norris e Russell sono tra i piloti più talentuosi della loro generazione, ma nel momento clou perdono la trebisonda, permettendo a Verstappen di avere vita facile anche quando non ha la migliore monoposto del lotto.
La narrazione vuole che siano ancora piloti “giovani”, eppure hanno disputato ben 114 gran premi. Ma non hanno ancora quel “killer instinct” per vincere, non un mondiale, ma una gara.
Verstappen, con metodi se vogliamo anche discutibili, è stato programmato ed educato alla perfezione alla vittoria ad ogni costo e, finché la concorrenza non sarà al suo livello dominerà in lungo e in largo mentre gli altri conteranno gli errori propri e del proprio team.
Crediti foto: F1