Liberty Media sta affrontando una fase calda della propria strategia mediatica per la F1. L’obiettivo non è più soltanto garantire la diffusione globale delle gare, ma trasformare la trasmissione televisiva in un ecosistema capace di estendere l’esperienza dei tifosi oltre il fine settimana di gara. Un approccio che riflette la visione del CEO Derek Chang, per il quale il futuro del campionato passerà necessariamente attraverso partnership capaci di unire broadcasting, piattaforme digitali e interazione con sponsor e pubblico.
Le manovre in corso lo dimostrano. Dopo il ritorno della F1 su Globo in Brasile e il rinnovo dei diritti in Canada, il prossimo nodo strategico riguarda gli Stati Uniti, dove l’accordo con ESPN si avvia alla scadenza nel 2025. Proprio in questo scenario hanno iniziato a circolare voci su possibili intese con giganti tecnologici come Apple, che potrebbero ridefinire il perimetro del prodotto Formula 1 sul mercato americano. Non si tratterebbe semplicemente di un cambio di broadcaster, ma dell’apertura a una formula ibrida, capace di integrare contenuti on demand, prodotti digitali dedicati e nuove forme di engagement.

Chang ha chiarito che il concetto di “partner media” non può più essere limitato a chi trasmette la corsa in diretta. La Formula 1 cerca interlocutori in grado di offrire accesso costante al campionato, creando esperienze parallele e rafforzando i legami tra tifosi e brand coinvolti. “Non si tratta di un mondo perfetto: il tempismo e le condizioni pratiche pesano nelle trattative, ma ciò che conta è la capacità di guardare avanti e costruire un progetto duraturo”, ha dichiarato come riportato da SoyMotor.
L’espansione negli Stati Uniti resta il simbolo di questo approccio. Miami e Las Vegas hanno aggiunto nuove dimensioni a un mercato già presidiato da Austin, trasformando il campionato in un evento di intrattenimento con impatto trasversale. Un modello che ha trovato ulteriore legittimazione nel successo del film ufficiale dedicato alla F1, capace di raggiungere un pubblico diverso rispetto agli appassionati tradizionali.
Sul piano commerciale, la stagione in corso conferma un trend di crescita. Stefano Domenicali ed Emily Prazer hanno consolidato la base degli sponsor storici e, parallelamente, hanno aperto nuove categorie di investimento. L’idea di Liberty Media è valorizzare sia la fedeltà di partner di lungo periodo, fondamentali per la solidità del brand, sia l’ingresso di nuovi marchi che possano alimentare la domanda e sostenere un incremento del valore complessivo.

Il risultato è una Formula 1 che non vive più soltanto nei 23 weekend di gara, ma che si propone come piattaforma mediatica e commerciale globale. Il prodotto sportivo rimane al centro, ma viene potenziato da una strategia che intreccia competizione, spettacolo e business. Una traiettoria che, se confermata dalle prossime mosse, porterà il campionato verso un modello di monetizzazione sempre più complesso e capace di reggere la pressione dei mercati internazionali.
Il rischio che si corre, però, è quello di rendere meno “pivotale” ciò che accade in pista in favore del corollario che tale dovrebbe restare ma che invece sta prendendo sempre più piede.
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