Il 2026 segnerà l’inizio di una nuova era per la F1 che, ancora prima di vedere le monoposto in pista, ha già acceso la rivalità tra due colossi americani dell’automotive che la massima serie ancora non l’hanno abbracciata. Ford e General Motors, attraverso il marchio Cadillac, porteranno nel Michigan il confronto più tradizionale della loro storia, ma su un terreno mai esplorato finora: la Formula 1.
Mark Rushbrook, responsabile globale del motorsport per Ford, non ha esitato a lanciare una stoccata alla concorrenza durante un’intervista ad AMuS. Commentando l’arrivo di Cadillac nel Circus iridato, il dirigente ha ironizzato ricordando che al debutto del 2026 le monoposto del marchio GM saranno spinte da power unit Ferrari. Una frecciata che sottolinea come Ford, al contrario, si presenterà con una partnership tecnica con Red Bull Powertrains, impegnata a sviluppare da zero i propulsori della nuova generazione.

Ford e Cadillac: due modi diversi di accedere in F1
Il regolamento che entrerà in vigore nel 2026 rappresenta un terreno fertile per le grandi case: monoposto più leggere e compatte (anche se è troppo poco, come ha fatto notare Sebastian Vettel), aerodinamica attiva evoluta in luogo dell’ormai classico DRS e una formula ibrida che dividerà in parti uguali la spinta tra motore endotermico e parte elettrica. Una sfida che richiede competenze trasversali e che sta convincendo diversi marchi, come Audi, a scommettere sulla F1 come laboratorio tecnologico.
Per Ford il progetto nasce con un obiettivo chiaro: accelerare lo sviluppo nelle aree chiave dell’ibrido – batterie, gestione dell’energia, integrazione dei sistemi – ma il coinvolgimento è presto andato ben oltre, comprendendo la parte endotermica. Rushbrook ha spiegato che l’impegno non riguarda soltanto l’ICE (Interna Combustion Engine), bensì l’intera monoposto e persino gli aspetti operativi del team. Non una mera operazione di branding, dunque, ma un programma in cui l’Ovale Blu intende lasciare un’impronta concreta su ogni fase del progetto Red Bull.
Il percorso di Cadillac è stato più tortuoso e mediaticamente acceso. Nato come un’iniziativa congiunta con Andretti, il progetto ha dovuto reinventarsi dopo il rifiuto della Formula One Management. A guidare la nuova rotta è oggi l’imprenditore Dan Towriss, con il marchio Cadillac in prima linea. La controparte tecnica, però, non arriverà subito: fino al 2028 le vetture saranno alimentate da motori Ferrari, in attesa che la General Motors completi lo sviluppo della propria unità di potenza.

La dinamica non è nuova al motorsport americano. Dalle epiche sfide Ford-Chevy in NASCAR alle rivalità nel campionato Supercars tra Ford e Holden, la competizione tra i due poli industriali di Detroit è parte integrante della cultura sportiva a stelle e strisce. Ora questa eredità si trasferisce in F1, con monoposto dotate di flap mobili e sistemi di recupero energetico al posto dei V8 rombanti degli ovali americani.
Rushbrook, da parte sua, non nasconde l’attesa per l’arrivo dei rivali. “Non importa quale nome ci sarà sul cofano”, ha dichiarato. “Che si tratti di Ferrari, di Cadillac o di chiunque altro, Ford sarà pronta a raccogliere la sfida”, ha chiuso sottolineando ancora una volta la necessità della controparte di farse fare i propulsori da un altro soggetto.
Con l’avvio della nuova era regolamentare, la Formula 1 non avrà soltanto un volto tecnico diverso. Porterà con sé, infatti, anche l’eco di una rivalità che ha segnato decenni di motorsport oltreoceano e che ora si prepara a scrivere un nuovo capitolo sulle piste del mondiale. E questo è sicuramente un tema molto interessante che può ulteriormente aumentare l’interesse per una disciplina che negli Stati Uniti è in rapida e costante ascesa tra le preferenze dei tifosi.
Crediti foto: Ford, Cadillac
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