F1 – La Federazione Internazionale dell’Automobile ha comunicato ai piloti l’introduzione di nuove linee guida operative, pensate per limitare al minimo l’utilizzo della safety car durante le gare e le interruzioni con bandiera rossa nelle sessioni di prove libere e qualifiche.
Tra le principali novità, la distribuzione di una mappa dettagliata che indica ai piloti le aree più adatte dove fermare la vettura in caso di problemi tecnici sia durante le sessioni di libere che nei turni ufficiali del sabato e della domenica.
Le zone segnalate, pensate per facilitare l’intervento dei commissari senza compromettere la sicurezza generale, includono anche le posizioni delle uscite di emergenza e le direzioni preferenziali per il parcheggio. Resta escluso, naturalmente, il caso di incidenti contro le barriere o fuori pista con insabbiamenti.

F1: meno safety car per Gp più vivi
Questa nuova disposizione si aggiunge a quella introdotta a inizio stagione e che consente al direttore di gara di ordinare l’ingresso ai box per le vetture danneggiate in modo evidente. Entrambe le misure rispondono alla volontà della FIA di evitare neutralizzazioni non strettamente necessarie, come accaduto in diversi episodi recenti in cui sarebbero bastate bandiere gialle o una virtual safety car. In un contesto di gare che rischiano di essere noiose anche per le scelte conservative della Pirelli (leggi qui) questa mossa va letta come il tentativo di eliminare fasi morte che spesso hanno trasformato i GP in strazi audiovisivi.
Le squadre giocheranno un ruolo importante nel nuovo contesto procedurale. Queste sono autorizzate – e di fatto incoraggiate – a fornire via radio ai piloti tutte le indicazioni utili per gestire situazioni critiche in modo conforme al nuovo protocollo. Le direttive precisano che un’auto deve essere fermata in sicurezza se presenta danni strutturali evidenti, difetti gravi che ne compromettono la marcia o se costituisce un pericolo immediato per gli altri concorrenti.
La mancata osservanza delle indicazioni potrà comportare sanzioni severe da parte dei commissari di gara. Un precedente emblematico risale alla scorsa stagione, quando Red Bull fu multata di 25.000 euro e Sergio Perez subì una penalità di tre posizioni in griglia per non aver rispettato correttamente le direttive in un caso analogo. Ora arrivano norme ancora più stringenti. Era ora.