Un’analisi approfondita realizzata da Fanatix, piattaforma specializzata nel monitoraggio della qualità dell’audience sui social media, e ripresa da Sport e Finanza, ha passato ai raggi X i profili Instagram ufficiali di tutti i piloti titolari in F1 e delle dieci scuderie. L’obiettivo era quantificare la percentuale di follower falsi (bot, account inattivi, comprati o creati ad hoc) e calcolare quanto questi profili artificiali contribuiscano economicamente ai guadagni derivanti dai post sponsorizzati.
Lewis Hamilton: il re assoluto, anche dei bot
Con 41,6 milioni di follower, Lewis Hamilton è il pilota più seguito in F1. Tuttavia, il 27,8% di questi account (pari a 11,56 milioni) è stato classificato come falso o sospetto. Nonostante la qualità relativamente bassa dell’audience, il volume complessivo è tale da garantirgli comunque il primato assoluto nei ricavi da Instagram: ogni singolo post sponsorizzato genera in media 100.302 sterline, di cui ben 27.924 sterline provengono direttamente dai follower artificiali.
Il compagno di squadra Charles Leclerc è secondo con 21,2 milioni di follower, ma presenta una percentuale di bot molto più contenuta: solo il 15,93% (circa 3,38 milioni). Grazie a un engagement reale elevato, Leclerc riesce comunque a monetizzare in modo significativo i follower falsi, incassando 8.143 sterline per post da questa fetta di audience non autentica.
Max Verstappen segue con 16,7 milioni di follower, di cui il 18,63% (circa 3,11 milioni) risulta falso. Ogni post sponsorizzato gli vale mediamente 40.300 sterline totali, con 7.502 sterline provenienti dai bot.

Gli altri piloti e le scuderie
Tra i piloti più esperti in Formula 1, Fernando Alonso, detiene la percentuale più alta di follower falsi in assoluto: il 34,55% dei suoi 7,6 milioni di seguaci (oltre 2,63 milioni di account) è artificiale. Questo gli garantisce comunque 6.331 sterline per post dai soli bot, nonostante un pubblico reale relativamente ridotto.
L’attuale leader del mondiale Lando Norris con 22,4 milioni di follower ha il 22,1% di bot e guadagna circa 6.100 sterline per post da questi account. A seguirlo ci sono il connazionale George Russell che, con 11,2 milioni di follower, registra il 24,8% di falsi e Carlos Sainz con 14,8 milioni follower si attesta sul 20,4% di bot.
Tra i più “puliti” ci sono Oscar Piastri con il 12,9% di falsi follower e Pierre Gasly con il 13,7%.
Tra le scuderie, McLaren guida la classifica negativa con il 28,98% di follower falsi sui suoi 16,2 milioni sul suo profilo Instagram. Seguono Aston Martin col 27,4%, Mercedes col 26,1% e Ferrari col 24,8%. Red Bull è quella con la percentuale più bassa tra i top team con il 23,1%, mentre Williams è la più autentica con solo il 14,2% di bot.

I numeri contano più della qualità
Lo studio dimostra che, nel mercato degli sponsor su Instagram, il numero assoluto di follower rimane il parametro dominante, indipendentemente dalla loro autenticità. Anche se i bot non interagiscono realmente e non acquistano prodotti, vengono conteggiati nelle statistiche mostrate ai brand, contribuendo a gonfiare il valore percepito dei profili.
In un mondo in cui un post di un campione del mondo come Hamilton può valere oltre 100.000 sterline, 11 milioni di follower falsi rappresentano comunque un introito concreto di diverse centinaia di migliaia di sterline all’anno, una cifra non trascurabile anche per piloti e team che guadagnano decine di milioni con contratti e premi.
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Crediti foto: Scuderia Ferrari, Sky Sports, F1.





