La Formula 1 è in continua espansione. Numerosi sono le richieste per ospitare la massima categoria del motorsport, nel proprio Paese. L’unico continente dove ancora non mette piede è l’Africa, oltre ai due poli. Negli ultimi mesi, ben tre Paesi del continente hanno espresso il desiderio di poter riportare la F1, in Africa: il Sudafrica, il Marocco e il Ruanda.
Il progetto del Sudafrica che vede ben due pretendenti come lo storico circuito del Kyalami, che di recente ha ricevuto la certificazione di Grado 1 del livello di sicurezza dalla FIA, ma il tutto è su un binario morto, visto che il governo sudafricano, mira ad un circuito cittadino a Città del Capo. Il piano del Marocco, per un Gran Premio a Tangeri, è in fase più che embrionale, il Ruanda è il Paese africano più vicino all’obiettivo.
Il Ruanda è uno dei Paesi col PIL più basso al mondo, eppure è riuscito ad incrementare il suo stato economico, a livello esponenziale. Da anni sponsorizza, per milioni e milioni di dollari, squadre di calcio europee come il Paris Saint-Germain e il Bayern Monaco, con il suo ente turistico “Visit Rwanda”.
A dicembre scorso ha ospitato l’evento di premiazione della FIA, nella sua capitale Kigali dove il Presidente della Repubblica ruandese, Paul Kagame, ha confermato la candidatura per portare la Formula 1, nel Paese. Il circuito dovrebbe nascere intorno a Kigali, il tutto finanziato dal Qatar.
Dopo la F1, il Ruanda ha, in serbo, un nuovo importante progetto, che punta alla sostenibilità del Paese, dal punto di vista energetico: il programma dell’energia nucleare.

Oltre alla F1: il Ruanda avvierà la produzione di energia nucleare entro il 2030
Il Ruanda sta perseguendo l’energia nucleare da quasi sette anni con l’obiettivo di favorire lo sviluppo. Nel 2018, il paese ha iniziato a collaborare con la Russia per istituire un centro di ricerca sull’energia nucleare, che contribuirà ad aumentare la produzione di elettricità della nazione.
I piani si concentrano sulla costruzione di piccoli impianti che utilizzano “Small Modular Reactors” e “Micro Reactors“, che richiedono un’area minima, offrono un’elevata produzione e non presentano rischi significativi per la popolazione. Queste strutture richiederanno tra 220 e 250 dipendenti suddivisi in quattro categorie.
Dal 2024, oltre 200 studenti ruandesi e membri dello staff della Rwanda Atomic Energy Board sono stati inviati all’estero per acquisire competenze nel settore dell’energia nucleare. Alcuni di questi studenti si laureeranno l’anno prossimo, mentre altri seguiranno negli anni successivi.
Il Ruanda sta lavorando a stretto contatto con varie aziende di energia nucleare per esplorare tecnologie, inclusi i reattori nucleari, che sono il componente centrale delle centrali energetiche. Il reattore utilizza uranio per produrre calore attraverso la fissione nucleare, che viene poi convertito in elettricità. Un singolo grammo di uranio può generare 1 MW di energia al giorno, equivalente all’energia prodotta da tre tonnellate di carbone.
A partire da gennaio 2025, il Ruanda aveva già raggiunto una capacità di generazione di 406,4 MW di elettricità. Con i nuovi impianti nucleari, il paese mira a incrementare significativamente la sua produzione di energia.
Il Paese africano persegue senza sosta i suoi desideri di espansione, che vanno dall’economia, allo sport, fino alle fonti energetiche. Se il Ruanda, che ricordiamo, ha uno dei PIL più bassi al mondo, può dimostrare in questo modo la sua forza prorompente, per i Gran Premi europei, in F1 non tocca che altro guardarsi alle spalle.
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Crediti foto: Village Urugwiro