F1: Stefano Domenicali fa tremare l’Europa

Nel presentare i risultati della prima trimestrale agli azionisti di Liberty Media, Stefano Domenicali e Greg Maffei hanno enunciato la loro visione strategica che può generare più di un problema per l'Europa

Ogni volta che Stefano Domenicali parla tremano i pilastri della Terra. La F1 è in piena fase di relativizzazione storico-culturale. Un processo di rinnovamento che coinvolge soprattutto l’Europa che è sempre meno il fulcro di una categoria che tende all’internazionalizzazione completa. 

La Formula 1, oggi, si fonda su un calendario a 24 gare. Unagran premio in meno rispetto al massimo consentito dalle norme vigenti. Il fatto che si è al limite del numero di eventi evidenzia che i margini di manovra per aumentare i profitti sono apparentemente limitati.

Una gara in più, in parole semplici, non aumenta significativamente il gettito. Ecco che Liberty Media Corporation, da buon rabdomante di danaro, cerca altre vene aurifere da sfruttare.

Se una parte significativa delle entrate della Formula 1 proviene dalle commissioni dei promoter delle gare, allora bisogna aumentare questa cifra in un contesto in cui è impossibile “giocare” con la quota-eventi. 

F1
Stefano Domenicali, CEO della Formula 1

F1: la strategia di Liberty Media per aumentare gli introiti

Esistono due modi per raggiungere l’obiettivo: incrementare le tariffe di hosting esistenti o trovare eventi più remunerativi. La FOM prova a fare entrambe le cose. Domenicali ha sottolineato come continui a esserci un enorme domanda per le gare in tutto il mondo.

Alla presentazione della trimestrale di Liberty Media, il CEO imolese è stato chiaro: “Il nostro obiettivo è mantenere il giusto equilibrio strategico tra le opportunità di localizzazione. Attualmente riteniamo che un programma di 24 gare sia il numero ottimale di eventi”.

In virtù della forte domanda dei nostri prodotti e grazie agli standard che chiediamo stiamo vedendo che, in termini di qualità degli eventi, il livello sta salendo. La grande domanda che stiamo ricevendo dimostra semplicemente che la strategia è quella giusta in questo momento”, ha riferito con orgoglio Domenicali.

L’altro punto è l’equilibrio tra i diversi continenti che richiedono di avere Gran Premi. Ad eccezione dell’Africa e dell’Antartide, la Formula 1 corre in tutti i continenti. Sono stati fatti sforzi per riportare il campionato in Africa, dopo aver corso l’ultima volta a Kyalami nel 1993”.


Nuove gare in giro per il mondo: l’Europa trema

Recentemente sono stati ipotizzati anche altri eventi sul suolo americano. Alcuni marchi sono stati registrati negli Stati Uniti. Indizi che rivelano che sia possibile svolgere una manifestazione vicino a Chicago, città che pensa seriamente ed insistentemente al Circus iridato. 

Direi che nei prossimi due anni ci aspettiamo di annunciare anche alcune nuove sedi che potrebbero essere molto attraenti per far crescere il business della Formula 1“. Con il calendario sostanzialmente già al completo, l’inclusione di qualsiasi nuovo evento arriverà quasi certamente a scapito di una gara esistente

Un certo numero di Gran Premi sono stati rinnovati a medio o lungo termine, con l’Australia che detiene il contratto più lungo (fino al 2037, ndr). Il Bahrain rimarrà in calendario fino al 2036, Silverstone fino al 2034, mentre sia il Qatar che l’Ungheria sono garantiti sino al 2032. 

In totale sono nove gli eventi ad avere il futuro assicurato almeno fino al 2030. Singapore e Giappone hanno entrambi cinque anni di contratto rimanenti. Madrid entrerà a far parte del calendario nel 2026 con un contratto di 10 anni. 

Poi ci sono le gare a scadenza: otto GP hanno accordi morenti. Belgio e l’Italia sono tra questi. Per mantenere il posto nel calendario i promotori di questi gran premi dovranno adeguarsi al tasso di mercato che sta schizzando alle stelle

Greg Maffei (CEO Liberty Media Corporation), uno dei grandi protagonisti dell’acquisizione della MotoGP

Liberty Media non fa sconti: “Per molto tempo, si è pensato che la crescita e la promozione sarebbero arrivate da gare incrementali. Ovviamente siamo passati da 18 – o qualcosa del genere – a 24. Ma ora non prevediamo di crescere più in numero gare”, ha spiegato Greg Maffei 

Non vogliamo mettere i promoter l’uno contro l’altro per cercare di trarne vantaggio. Siamo stati in grado di trovare prezzi interessanti e buoni incrementi. E continuiamo a cercare nuove sedi e nuove location data la quantità di domanda che abbiamo. Finora, va tutto bene per la promozione. Penso che continueremo a essere in un’area di crescita“.

Tradotto in termini elementari: puntare a location che hanno alle spalle promotori ricchi e senza vincoli legali di spesa. Cosa che non avviene nell’Europa della spending review. Salvo rari casi che rispondono al nome di Ungheria, Inghilterra e Spagna nella declinazione madrilena.

Le risorse ingenti presenti in altri mercati rischiano di marginalizzare ulteriormente e l’Europa. La cinica Liberty Media è stata chiara: non si fanno sconti. Si ragiona col cervello collegato al conto in banca. Il cuore non rientra in certi business.


Crediti foto: F1

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