Sfida tecnica, sorpassi, staccate, mosse più o meno lecite, gioie, dolori, esaltazioni e rimpianti: la F1 è sempre stata tutto questo – e molto altro – e continuerà ad esserlo anche nell’era di Liberty Media, indipendentemente se il suo rappresentato è Stefano Domenicali, il baffuto Chase Carey o chi arriverà in futuro. Ciò che sta cambiando è il modo in cui questo sport si presenta e il tipo di pubblico che intende attrarre.
La classe regina del Motorsport non è mai stata una serie di nicchia. La sua diffusione è sempre stata capillare, attirando l’interesse delle masse, il che ha generato un naturale effetto domino: catalizzare l’interesse dei grandi sponsor internazionali, i quali hanno iniziato a investire ingenti capitali, producendo un ritorno di immagine elevatissimo, con annessi profitti.

Domenicali: la F1 tra new media, tifosi “eterogenei” e radici storiche
In un’intervista alla BBC, Stefano Domenicali ha affermato che la Formula 1 non intende essere l’unico punto di riferimento del motorsport, ma vuole operare in un contesto allargato, ponendosi chiaramente come soggetto trainante. Anche in questo senso va interpretata l’acquisizione da parte di Liberty Media di Dorna Sports, il gruppo che organizza il campionato MotoGP.
L’ex numero uno della gestione sportiva Ferrari ha voluto sottolineare come oggi la Formula Uno sia un vero e proprio evento. Per questo si punta a coinvolgere non solo lo zoccolo duro del tifo, che per sua natura sarà sempre legato alla categoria nonostante le critiche feroci che spesso manifesta, ma anche chi, testuali parole, “non ha idea di cosa sia la Formula 1“.
Per questo motivo è sempre più centrale il ruolo dei social media e il modo in cui le gare e tutto il contorno vengono veicolati. Da quando Liberty Media ha preso le redini del Circus, i numeri “social” sono decuplicati, e le piattaforme attraverso le quali si trasmettono le gare si sono così diversificate da permettere l’accesso da molti dispositivi per seguire le gesta dei propri beniamini.
Gli strumenti di comunicazione cambiano rapidamente, e Liberty Media intende cavalcare quest’onda senza rimanere confinata nelle sue torri d’avorio. Il gruppo americano fa affari anche con i new media e, per questo, intende spingere ancora di più su questo versante.
È verosimile immaginare che, in un futuro non lontano, la Formula 1 sarà sempre meno appannaggio delle tradizionali piattaforme televisive. In Italia, abbiamo meno consapevolezza di questo cambiamento poichè la vendita dei diritti impone che sia solo Sky a poter trasmettere le immagini. Altrove, la piattaforma digitale F1TV è molto sviluppata e consente di godere di una qualità video altissima da qualsiasi dispositivo: televisione, smartphone, tablet, PC e persino console per videogiochi.

In questo processo di continua mutazione, la Formula 1 non può però permettersi di perdere i suoi punti cardine: un’eccessiva relativizzazione potrebbe portare al nichilismo, con conseguente disaffezione del pubblico. Anche se Liberty Media sta puntando a spostare il baricentro della serie dall’Europa a palcoscenici con meno tradizione motoristica, è chiaro che bisognerà mantenere due elementi centrali: sfida tecnica e azione in pista.
Anche per questo, con il programma Net Zero Carbon 2030, la Formula 1 intende porsi come punto di riferimento tecnico nella propulsione del futuro. L’idea è quella di presentare un modello alternativo al full electric, offrendo carburanti ecosostenibili “drop-in”, che siano in grado di alimentare tutti i motori endotermici che oggi rappresentano ancora la stragrande maggioranza della produzione automobilistica mondiale.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, McLaren F1