C’è aria di malcontento nel paddock a causa dei ritardi nei lavori al “Madring”, il circuito cittadino semipermanente di Madrid, che sorgerà nell’area di IFEMA, il polo commerciale della capitale spagnola.
Fino a ora, le principali critiche erano arrivate da residenti locali, dall’opposizione politica al governo regionale e comunale, nonché da alcuni esponenti politici. Tuttavia, ora sono le stesse scuderie a sollevare dubbi e domande “scomode”.
Questo cambio di prospettiva è emerso chiaramente durante una riunione tenutasi domenica a Shanghai, in concomitanza con il Gran Premio di Cina, tra i rappresentanti dei team e la FIA.
L’incontro, incentrato sui regolamenti sportivi per il 2025 e il 2026, non ha toccato questioni tecniche, ma ha evidenziato le incertezze legate al progetto madrileno. Pur senza esprimere critiche dirette, i team iniziano a mostrare segni di nervosismo.
Un insider ha rivelato a Motor.es: “La gente sta iniziando a innervosirsi, la sensazione è che si sia in ritardo”.
Le scuderie, di fatto, procedono “alla cieca” sullo stato di avanzamento dei lavori, un problema amplificato dal fatto che il circuito deve ancora ottenere l’omologazione ufficiale dalla FIA per entrare nel calendario.
La pressione sta aumentando sia sulla Federazione, che a sua volta la trasmette agli organizzatori di Madrid, sia sulle autorità locali, chiamate ad accelerare i tempi.
Nonostante l’entusiasmo iniziale per il ritorno della F1 nella capitale spagnola – assente dal 1981, anno dell’ultimo Gran Premio di Spagna disputato a Jarama – il progetto “Madring” sta affrontando ostacoli significativi.
I ritardi potrebbero minare la fiducia dei team, che necessitano di certezze logistiche e tecniche per prepararsi adeguatamente alla stagione 2026.
L’inquietudine delle scuderie riflette un’incertezza generale sul rispetto delle tempistiche e sulla capacità degli organizzatori di consegnare un circuito pronto e conforme agli standard della Formula 1.