Il futuro della F1 si gioca anche sul terreno del format dei weekend. Le Sprint Race, introdotte in via sperimentale qualche stagione fa e oggi limitate a sei appuntamenti a stagione, potrebbero presto diventare una presenza molto più estesa nel calendario. Stefano Domenicali non ha escluso che si possa arrivare addirittura a un campionato interamente scandito da gare brevi oltre al Gran Premio principale.
Una prospettiva che trova un sostenitore insospettabile in Flavio Briatore. L’ex team principal della Benetton, oggi advisor di Alpine, ha sposato la linea del CEO Stefano Domenicali, sostenendo la necessità di ridurre il peso delle prove libere. “Il venerdì non interessa a nessuno. I tifosi, che sono i veri protagonisti del nostro sport, meritano competizione già dall’inizio del weekend. Le Sprint funzionano e rappresentano la direzione giusta“, ha spiegato il manager dopo Monza.

Parole significative, soprattutto perché arrivano da una voce storicamente vicina a una Formula 1 più “classica”. Briatore ribalta la prospettiva: non è questione di preservare la tradizione, ma di restituire al pubblico un prodotto più dinamico, capace di catturare attenzione fin dal primo giorno. Un approccio che guarda al modello statunitense, dove il format breve ha contribuito a riempire le tribune in maniera impensabile solo pochi anni fa.
Helmut Marko, consigliere Red Bull, non si oppone all’aumento delle Sprint ma chiude a esperimenti più radicali come le griglie invertite. “Con le vetture attuali è quasi impossibile sorpassare senza un ampio margine di differenza sulle gomme. Una griglia invertita non avrebbe senso. Vedremo se con le monoposto del prossimo anno il quadro cambierà“, ha sottolineato. In altre parole: la crescita delle Sprint non è esclusa, ma deve restare compatibile con la natura tecnica della categoria.
Ocon va controcorrente: “Meglio la Superpole”
Se il fronte pro-Sprint si allarga, non mancano posizioni alternative. Esteban Ocon non vede nell’aumento delle gare brevi la soluzione per migliorare il prodotto. Secondo il francese, il rischio è quello di banalizzare l’attesa della domenica. “Viviamo in un mondo in cui si consuma più rapidamente ogni contenuto, ma non è detto che questo valga per la Formula 1. A volte è giusto aspettare e dare più valore alla gara principale“, ha dichiarato.

La sua proposta guarda invece alle qualifiche: un ritorno alla Superpole, con un unico giro secco per ogni pilota. Una soluzione che aggiungerebbe pressione e imprevedibilità, oltre a ridare centralità a un momento spesso troppo “procedurale” come l’attuale Q1-Q2-Q3. “Un solo tentativo metterebbe alla prova piloti e squadre, e aumenta la tensione per lo spettatore“, ha osservato Ocon.
Il dibattito, dunque, non riguarda soltanto il numero di Sprint, ma la filosofia stessa con cui la Formula 1 intende modellare i weekend del futuro: più gare brevi per ampliare lo spettacolo immediato, o format alternativi per esaltare tecnica e talento in chiave diversa.
Crediti foto: F1, Alpine, Haas
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