F1: l’amore è bello finché… Non si attiva la clausola rescissoria

E' ormai prassi comune, in F1, aggiungere delle scappatoie contrattuali che i piloti usano per divincolarsi da situazioni scomode

Matrimoni blindati ma non troppo. Questa sembra essere la nuova moda della F1 attuale. A fare da apripista – e non è la prima volta che accade – è Lewis Hamilton. Il pilota inglese aveva firmato con Mercedes, dopo trattative lunghe e tribolate, un contratto di due anni. In realtà, osservando cosa è accaduto nelle scorse settimane, si è capito che si trattava di un meno incatenante 1+1.  

In soldoni, Lewis si era riservato la possibilità di liberarsi dalla liaison attivando una algida clausola rescissoria, istituto molto usato quando in ballo ci sono cifre di una certa rilevanza. L’accensione della scappatoia si è puntualmente verificata nel momento in cui si è presentata l’occasione della vita, quella che porta prefigurata dal logo del Cavallino Rampante della Ferrari. Questa è una storia nota ed è inutile tornarci sopra.

Pare che una simile clausola di protezione (in favore del pilota, ovviamente) sia presente nel nuovo testo legale che unisce Charles Leclerc alla Ferrari, un accordo di lungo periodo la cui durata precisa è avvolta nel mistero. I motivi di tale riservatezza? Altrettanto imperscrutabili. Segreti di Pulcinella che il tempo svelerà, statene certi. 

Anche il  monegasco, alla bisogna, potrebbe svincolarsi dalla “morsa rossa” al concretizzarsi di alcune condizioni particolari che sono previste all’interno del documento legale.  

Lewis Hamilton e Charles Leclerc
Lewis Hamilton e Charles Leclerc: la coppia piloti 2025 della Ferrari

Max Verstappen e quella scappatoia in chiave 2026

Se Lewis Hamilton e Charles Leclerc, due tra i conducenti più rappresentativi  della generazione in attività, hanno ottenuto una postilla del genere, vi pare mai possibile che Max Verstappen, il dominus assoluto della F1 “Next Gen”, non si adeguava? L’Olandese, che ha un contratto che lo lega con Red Bull fino a tutto il 2028,  ha preteso anch’egli la presenza di una pratica liberatoria. La notizia non è campata in aria, è stata data da Helmut Marko, uno degli artefici della straordinaria carriera del pilota di Hasselt in Formula 1.

Ci sono clausole in ogni contratto di Formula 1, compreso quello di Max” , ha detto il vegliardo manager a ServusTV, emittente amica che spesso ospita i suoi pareri. “Max non sta ringiovanendo. Se non siamo in grado di dargli una macchina con cui possa vincere, è chiaro che si guarderà intorno per trovare qualcosa di meglio“. 

Un concentrato di realismo quello dell’ex pilota di Graz che apre a più di una riflessione sul 2026, la cesura storica della F1. Ormai è cosa nota: in quella data la massima serie del motorsport a ruote scoperte conoscerà l’ennesima rivoluzione regolamentare che toccherà non solo l’aerodinamica, ma anche e soprattutto la sfera motoristica.  E se sul primo fronte, a Milton Keynes, si sentono tranquilli potendo contare su un genio come Adrian Newey (ammesso che faccia scelte clamorose per ora non in agenda), è sul secondo aspetto che insistono perplessità, dubbi, nubi, foschia e via offuscando. 

Il divorzio consensuale con Honda e la creazione di un proprio reparto powertrains sono elementi che potenzialmente non fanno dormire sonni tranquilli al campione del mondo in carica. L’accordo con Ford, che si occuperà soprattutto della parte elettrica del sei cilindri turbo-ibrido, aveva dato qualche certezza in più. Ma le recenti vicissitudini che vedono coinvolto Christian Horner rischiano di far saltare il banco visto che da Dearborn  arrivano sinistri messaggi circa la prosecuzione dell‘intesa.

Alla fine tutto dovrebbe rientrare perché è più probabile che paghi Horner con dimissioni pilotate piuttosto che si spezzino compromessi solidi che prevederebbero correlate e quanto mai piacevoli guerre di carte bollate. Lo scenario, in ogni caso, è fluido e l’incertezza è palpabile. 

Max Verstappen

Se oggi Red Bull appare come un monolite inattaccabile, meno sicurezza si percepisce in chiave 2026.  Questo clima appesantito potrebbe condizionare Verstappen che spesso si è espresso in termini critici circa la parabola che la Formula 1 sta descrivendo. L’insoddisfazione verso alcune caratteristiche postulate e messe in cantiere da Liberty Media, correlata alla situazione che potenzialmente si potrebbe verificare in Red Bull con la definitiva esplosione dell’Horner Gate, mettono Max in uno stato di agitazione.

Helmut Marko, uomo pragmatico e dalla grande esperienza, non parla a caso e  anticipa uno scenario tutt’altro che implausibile. È chiaro che, al momento, non ci sia nulla di definito e che niente sia preconizzabile. Resta soltanto la certezza che in Formula 1  certi matrimoni spacciati per solidi, in realtà, sono esposti al girare dei venti.  

I piloti, specie quelli più vincenti e quindi esposti, sono delle piccole aziende contornate da stuoli di avvocati e professionisti delle discipline giuridiche che, col loro lavoro, relativizzano fatalmente ciò che sembra intramontabile. Il legame Hamilton-Ferrari, la via d’uscita di Max e quella presunta di Charles non fanno che confermare questa dinamica. Non c’è romanticismo nella F1 dei fatturati ad alto voltaggio, ma solo utilitarismo e individualismo.


Crediti Foto: Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG F1

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