Se c’è una cosa che ricorderemo del gran premio del Qatar 2025, oltre alla lotta mondiale, all’obbligo della doppia sosta, alla prossima strategia McLaren e la caduta libera di Ferrari, è l’ottima gara di Carlos Sainz.
Il pilota spagnolo riesce a regalare il secondo podio stagionale alla Williams dopo Baku. E e se Max Verstappen riesce a non mettere la parola fine al mondiale di F1, venendo eletto Driver of the Day, il #55 non può che essere l’MVP di giornata.
Un anno difficile, ma Carlos Sainz non si è perso
La gara di Carlos Sainz, o meglio la sua intera stagione, dimostra ancora una volta quanto il tempo in questo sport sia fondamentale. D’altronde, lo abbiamo visto anche con i rookie, e ciò dimostra quanto l’assestamento in un nuovo ambiente, con nuovi colleghi e modalità di lavoro, sia importante ai fini del traguardo finale.
E mentre ci sono squadre che faticano a (ri)emergere, che si perdono in innumerevoli giri di parole, Carlos Sainz invece, a testa bassa e gara dopo gara, porta alla luce quelli che sono i frutti di un duro lavoro. Volendo ripercorrere la sua annata, questa non inizia nel migliore dei modi. Ricordiamo ad esempio la gara australiana, dove per un errore sotto la pioggia possente non vi prende neanche parte totalizzando uno zero.
Ed infatti, ad un certo punto la narrazione vedeva un Alexander Albon in grado di oscurare le prestazioni di Sainz e di conseguenza, il suo talento. All’inizio, infatti, il thailandese ha fatto molto parlare di sé per le ottime performance, merito anche dei diversi anni trascorsi a Grove.
Precisione, gestione, lucidità: la gara perfetta di Sainz
Ad un certo punto la situazione si ribalta. Carlos Sainz ancora una volta riesce a smentire tutti, mettendo in risalto non solo le capacità in pista, ma anche ai box. Dopo Baku, a Doha riesce a salire sul terzo gradino del podio.
Nella gara di ieri, sembrava essere tornati al weekend di Singapore del 2023. Se in quell’occasione lo scopo era di concedere DRS a Lando Norris per non farsi sopravanzare, ieri ha cercato di fare lo stesso con Kimi Antonelli. Si è messo a disputare una gara di sacrificio e sagacia tattica pur di arrivare ad un obiettivo che magicamente diventa suo: il podio.
Non una gara semplice, come dirà ai microfoni di F1TV al termine dei 57 giri, ma che grazie al lavoro del team, si è rivelata impeccabile. “Sono felicissimo e fiero di tutto il team per quello che abbiamo fatto oggi” dice lo spagnolo, quasi un po’ incredulo.
E continua: “Anche perché credevo che questo sarebbe stato il weekend più difficile dell’anno ed in qualche modo abbiamo portato a casa un podio”. E successivamente, racconta i punti che hanno permesso tale performance.
“Abbiamo azzeccato il passo gara, la strategia, la gestione delle gomme, la partenza, la difesa, la gestione complessiva e questo ci ha portato un podio inaspettato”. Dopodiché, l’attenzione s’è spostata al muretto box.
“Abbiamo fatto tutto alla perfezione oggi. Ci sono state alcune circostanze – negative – ma sicuramente siamo migliorati in tante aree durante l’anno. Ci sono state opportunità come oggi e noi le abbiamo sfruttato entrambe seguendo una gara perfetta“. E conclude: “Sono grato per il podio perché non me l’aspettavo e sono al settimo cielo“.

Il messaggio velato alla Ferrari: ascoltare fa la differenza
E proprio nelle ultime parole, forse, c’è il punto di forza di Carlos Sainz. Nel tempo si è sempre mostrato lucido, consapevole delle carenze ma anche delle modalità con le quali ribaltare. Non è tra i piloti più amati, ma ancora una volta da prova di come dalle basi solide, possa nascere qualcosa di bello e chissà, duraturo.
Ancora una volta riesce a portare la squadra in un’unica direzione, la sua. E sia da Baku che dal Qatar emerge una sensazione, ossia di come sia stato capace ancora una volta, di creare nuovamente quell’armonia, quella sintonia, quella coesione all’interno di un gruppo di lavoro.
Lo ha saputo fare in McLaren, lo ha saputo fare in Ferrari ed ora anche in Williams. Ed è una cosa che non deve passare in secondo piano. Da noi, la squadra guidata da James Vowles non fa molto rumore, ma le grandi imprese – se così possiamo definire – nascono proprio dietro le quinte.
Un messaggio alla Ferrari? Certo. Non si vuole dire che Sainz sia meglio di Hamilton o che il team di Maranello avesse dovuto tenere lo spagnolo. Se analizziamo gli scenari, entrambi si sono impegnati affinché le situazioni diventassero favorevoli.
In Williams si nota la fame di vittoria e quella volontà dettata dal desiderio di ridare linfa ad un team storico. Tutti diretti verso quell’unico investimento in essere. Perché è così, perché quando si vuole ottenere qualcosa, bisogna dedicarsi in prima persona, senza deleghe, senza la ricerca di eventuali responsabilità.
Carlos Sainz è stato accolto dal team perché consapevoli di cosa potesse portare. Non sappiamo se abbia presentato dei dossier, ma ciò che è certo è che le sue parole sono state ascoltate e non giudicate. E mentre risuonano le parole “Vamos” e “Smooth Operator,” c’è chi continua a leccarsi le ferite, rimandando di anno in anno il trionfo, con il rischio di perdere chi, a quel trionfo, ci crede davvero.
Crediti foto: F1, Atlassian Williams Racing
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