Forse non tutti lo ricordano, ma in un passato non molto lontanissimo in F1 non esistevano le bandiere blu. Insomma, quando un pilota più veloce arrivava a ridosso di un collega più lento e da doppiare, averne la meglio era un bel problema. Bisognava praticamente impostare un sorpasso vero e proprio, a meno che chi precedeva non si accorgesse che chi giungeva arrembante stava correndo per qualcosa di diverso, come un piazzamento nella zona alta della classifica.
Proprio per superare questa problematica, nella quale non sempre i conducenti da doppiare si comportavano in maniera coerente, 30 anni fa si decise di introdurre lo strumento della bandiera blu, che si è sviluppato fino a giungere alo modello attualmente in uso.
Come tutte le novità, fu valutato in maniera discordante: chi ne tesseva le lodi e chi lo criticava, poiché si riteneva che fosse stata semplificata troppo la vita di chi già godeva di un vantaggio notevole grazie a vetture più performanti.
Col tempo ci siamo abituati a questo regime e quasi non ricordiamo cosa accadeva in precedenza. Ma c’è chi, proveniente proprio da quella stagione agonistica, vorrebbe che si restaurasse lo status quo ante 1995 per dare un po’ più di pepe all’attività in pista, che a volte tende ad essere piatta.

F1: bandiere blu anacronistiche?
Martin Brundle, che quel contesto lo ricorda benissimo avendoci operato da protagonista, crede che le bandiere blu obbligatorie non siano più in linea con lo sport come è oggi configurato.
Brundle ritiene chela blue flag sia un espediente anacronistico e che i piloti siano abbastanza abili da completare un sorpasso senza l’assistenza dei commissari che sventolano il drappo blu. Una considerazione che arriva anche perché oggi i piloti possono contare sul DRS, cosa che non esisteva 30 anni fa.
“Penso che dovremmo vietare le bandiere blu. I conducenti hanno perso la capacità di lavorare e gestire il traffico come facevamo noi. Ora tutti devono spostarsi, come i bambini delle scuole quando i ragazzi più grandi arrivano con le auto più veloci”.
Il confine tra la proposta da prendere in considerazione con serietà e la provocazione è molto sottile. Ormai sia i piloti, sia i giudici, ma anche i tifosi, sono abituati a questo contesto e tornare indietro sarebbe veramente difficile. Anche perché, sebbene esista lo strumento che facilita i sorpassi per chi arriva da dietro, non mancano le polemiche quando qualcuno non è troppo solerte a fari da parte; figuriamoci se la bandiera blu venisse del tutto rimossa.
Quella che Brundle ha fatto ai microfoni di RN365 è una visione probabilmente un po’ troppo romantica, che non si confà alla Formula 1 attuale, la quale ha preso ormai una strada del tutto diversa e non lascia immaginare che una retromarcia sia possibile. Nel grande stravolgimento regolamentare del 2026 trovano spazio soltanto modifiche di carattere tecnico, poiché non è mai stato all’ordine del giorno un provvedimento sportivo di questa portata.
Probabilmente le idee del buon Martin rimarranno tali, ma è stato bello per qualche minuto immaginare una Formula 1 in cui il coefficiente di difficoltà si elevi in maniera esponenziale anche per effettuare un semplice doppiaggio.