La prima stagione in F1 di Andrea Kimi Antonelli non è stata di certo esaltante, anche se è comprensibile essendosi trattato di un debutto assoluto. A seguito di una prima fase sorprendente, l’italiano della Mercedes ha vissuto la fase europea nei peggiori dei modi possibili per poi riprendersi una volta lasciato il Vecchio Continente. Un episodio in cui è stato suo malgrado protagonista ha “deciso” il Campionato Mondiale in favore di Lando Norris: il famigerato errore negli ultimi giri del Qatar.
A Lusail, il pilota di Bologna era in 4° posizione con il nuovo campione del mondo alle calcagna, quando il grip dei suoi pneumatici lo tradisce e viene passato agevolmente dall’inglese che conquista così quei due punti in più che saranno poi decisivi nel successivo Gran Premio di Abu Dhabi. Su Antonelli piovono accuse di aver favorito di proposito Norris. Strali che arrivano prima dall’ingegnere di pista di Max Verstappen, Gianpiero Lambiase, e poi da Helmut Marko. Le polemiche scateneranno l’odio dei social e l’indignazione da parte dei fan della categoria.
Alla bandiera di scacchi a Abu Dhabi, l’italiano chiede al suo ingegnere di pista, Peter Bonnington con quanti punti in più Norris si sia laureato campione. La risposta sarà “2”, come quelli guadagnati da Norris una settimana prima. Antonelli, dopo aver ricevuto il responso, rimarrà in silenzio. Nessun pilota vuol essere decisivo in una lotta per il titolo. Eppure, nella storia della F1, ci sono stati casi che hanno influenzato negativamente un’intera carriera.

Timo Glock e quelle ultime curve di Interlagos
Timo Glock fu uno dei casi più emblematici di come un pilota possa essere decisivo in una lotta iridata. Al Gran Premio del Brasile, l’ultimo della stagione 2008, Massa ed Hamilton si giocano il loro primo titolo al mondiale. Mentre l’eroe di casa taglia il traguardo da campione del mondo, l’inglese annaspa in 6° posizione. Gli servirebbe una posizione in più per beffare il brasiliano, ma mancano poche curve alla fine ed è lì che si trova davanti la Toyota di Glock.
Questi inizia l’ultimo giro con 15 secondi su Hamilton, ma la pioggia si intensifica e il tedesco ha le gomme d’asciutto. Alla Junçao, l’inglese sorpassa Glock, lentissimo, e guadagna quella 5° posizione che sembrava insperata e si laurea per la prima volta campione del mondo. Il tedesco fu accusato di aver deliberatamente favorito l’inglese, accuse infamanti che gli condizionarono il resto della carriera.

Solo Masi poteva salvare Latifi
Non si pensava che un pilota come Nicholas Latifi potesse entrare nella storia della Formula 1. Ma, in un modo o nell’altro, l’ha fatto. In un campionato tiratissimo come quello del 2021, il mondiale era saldo tra le mani di Lewis Hamilton fino al giro 52. Il canadese della Williams, dopo aver subito il sorpasso da parte di Mick Schumacher, perde il controllo della sua monoposto e impatta contro le barriere. Entrerà la safety car della discordia e della gestione scellerata da parte del direttore di gara Michael Masi di cui tutti sappiamo la storia.
Così come Antonelli, Latifi riceverà insulti, accuse e minacce. Da quell’incidente il canadese non si riprenderà più. Emblematico fu l’errore dell’anno successivo nelle prove libere del Gran Premio del Giappone, a Suzuka. Il canadese, arrivato poco prima del “Triangolo Casio”, svolta a destra e si trova la strada sbarrata visto che era una via di servizio del tracciato. Latifi lamenterà dei problemi alla monoposto quando, semplicemente, aveva preso il percorso errato. Il canadese alla fine del 2022 lascerà il mondo dell’automobilismo per dedicarsi agli studi.

Cosa aspettarsi dal futuro di Antonelli in F1 dopo il Qatar
Abbiamo visto quanto Antonelli sia rimasto segnato per l’errore – se si può definire tale – e quanto questo abbia pesanto nella sua mente. Ma,, a differenza di Glock che era un pilota maturo e di Latifi che, anche senza i fatti di Abu Dhabi 2021 non avrebbe avuto chissà quale carriera, il driver della Mercedes ha il talento ed il futuro dalla sua.
Antonelli deve togliersi dalla testa che lui abbia deciso l’ultimo mondiale. L’italiano non ha decretato nulla, è solo stato protagonista di un evento sfortunato come tanti altri che capitano lungo un campionato di 24 Gran Premi. Ma se nella peggiore delle ipotesi non si convincesse di ciò, il ragazzo di Bologna rischia di bruciare l’opportunità che ha meritato. Antonelli deve continuare come fatto fino ad oggi. Ha le potenzialità da futuro campione del mondo, calcando magari le orme di Alberto Ascari, ma semmai dovesse rinunciare ad un sorpasso perché ha nella testa l’errore che ha favorito Norris, potrebbe restare fatalmente condizionato e diventare uno dei tanti “what if?” passati nella categoria.
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Crediti foto: Fox Sports, F1




