Provando a giocare sul nome dell’eventuale successore di Fred Vasseur al timone della Ferrari, semmai il divorzio si consumasse per davvero, avevamo fatto riferimento anche a Otmar Szafnauer. Avevamo sottolineato come fosse difficile che l’ex Racing Point potesse essere spendibile per la causa perché il suo obiettivo dichiarato era quello di entrare in Formula 1 con un suo team. O quanto meno con un progetto in cui potesse incidere pienamente.
A conferma di ciò il paddock torna a parlare di Otmar Szafnauer. L’ex team principal di Aston Martin e Alpine starebbe lavorando al suo rientro nel Circus, ma con un ruolo profondamente diverso rispetto al passato: non più come manager, bensì come potenziale proprietario di una scuderia. E, ironia della sorte, proprio del team francese che aveva lasciato nel 2023.
Otmar Szafnauer a caccia dell’Alpine
Secondo quanto riportato da RN365, l’ingegnere rumeno sarebbe parte di una cordata di investitori statunitensi convinta di poter trovare uno sbocco in Formula 1. L’idea iniziale era quella di creare una nuova squadra – la tanto discussa dodicesima – ma l’approvazione concessa a Cadillac, al termine di un iter lungo e ostacolato da complesse dinamiche politiche e istituzionali, ha dimostrato quanto sia difficile accedere oggi alla griglia di partenza. La FOM, al momento, non sembra intenzionata ad aprire ulteriori posti.
Alla luce di questo scenario, la strategia si è spostata sull’acquisizione di una realtà già esistente. In quest’ottica, Alpine rappresenta una delle piste più concrete. Il team di Enstone, infatti, vive da mesi una fase di grande instabilità, tanto sul piano sportivo quanto su quello manageriale. Nonostante le buone risorse a disposizione e una base tecnica potenzialmente solida, la scuderia non è riuscita a compiere il salto di qualità promesso negli anni precedenti, rimanendo ai margini della lotta per i vertici.
Il quadro dirigenziale è altrettanto precario. Il recente annuncio delle dimissioni di Luca de Meo da CEO del Gruppo Renault – effettive dal 15 luglio – ha lasciato un vuoto nel vertice dell’organizzazione, proprio mentre la squadra si trova senza una figura guida. Dopo l’addio di Oliver Oakes, travolto indirettamente da vicende giudiziarie legate al fratello William, Alpine non ha di fatto nominato un nuovo team principal. In questo clima d’incertezza, Flavio Briatore è tornato in scena come consigliere esecutivo, mentre Steve Nielsen è atteso al timone operativo con il ruolo di CEO a partire da settembre.

Non è la prima volta che Szafnauer valuta un ingresso nella proprietà del team. Già nel 2023 aveva avviato contatti con De Meo per discutere un’eventuale acquisizione, ricevendo però un secco rifiuto. Ma con l’uscita di scena dell’amministratore delegato e un progetto sportivo sempre più in discussione, i tempi potrebbero essere maturi per un cambio radicale.
A rafforzare l’ipotesi, c’è un dettaglio tecnico e strategico non secondario: Alpine ha interrotto lo sviluppo del proprio propulsore per il 2026 e ha deciso di diventare cliente Mercedes a partire dalla prossima stagione. Una scelta che ridimensiona lo status di costruttore puro e potrebbe rendere più appetibile una cessione, soprattutto in un contesto di riposizionamento industriale.
Resta da chiarire un punto chiave: il valore economico dell’operazione. Con le valutazioni dei team di Formula 1 in continua ascesa, l’acquisizione di una scuderia come Alpine non si prospetta semplice. Eppure, Szafnauer si sarebbe detto fiducioso sulla solidità del gruppo di investitori che lo sostiene, assicurando la disponibilità finanziaria necessaria a sostenere un progetto di tale portata.
Il futuro di Alpine rimane dunque un’incognita. Ma tra incertezze dirigenziali, risultati sotto le attese e una proprietà in fase di transizione, la porta per il ritorno di Szafnauer potrebbe aprirsi prima del previsto.
Crediti foto: Alpine F1
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