Nella giornata di ieri Alpine ha ufficializzato l’accordo con Mercedes con una nota piuttosto scarna apparsa sui propri canali ufficiali. Dal 2026 il team di Enstone monterà unità di potenza e cambio della Stella a Tre Punte. Una decisione che non solo ha sorpreso noi cronisti, ma persino un’intera nazione. Immaginate uno scenario in cui Ferrari un giorno decida di montare dei motori prodotti da altre case motoristiche. Sareste scioccati? Ecco, questa è stata la reazione dei transalpini.
È vero, ultimamente Alpine non sta navigando in buone acque, è ben lontana dalle prestazioni degli ultimi anni, anche se in Brasile è arrivato uno splendido doppio podio, di certo non per merito della macchina ma per delle situazioni favorevoli ai piloti Esteban Ocon e Pierre Gasly.

Tuttavia, questa decisione ha scatenato forti malumori in patria che molti appassionati parlano ormai di una monoposto che, di francese, non ha nulla. Concentriamoci innanzitutto su quali sono state le motivazioni dietro la scelta di questo accordo, per vedere poi le reazioni dei francesi circa questo nuovo agreement.
Alpine-Mercedes: le motivazioni dietro l’accordo. Costi di produzione eccessivi?
L’amministratore delegato di Renault, Luca de Meo, in un’intervista esclusiva rilasciata al quotidiano francese L’Équipe risalente a qualche mese fa, aveva menzionato il fatto che produrre motori da sé fosse abbastanza costoso. Aveva dichiarato che concepire un’unità di potenza nella fabbrica di Viry-Chatillon costasse alle casse di Renault tra i 200-250 milioni di euro all’anno, a fronte di un accordo di motorizzazione con Mercedes dal costo di 20 milioni all’anno.

Anche Bruno Famin, vicepresidente di Alpine, ha confermato ai microfoni della rivista Autohebdo quanto detto da Luca de Meo, descrivendo l’intesa con Mercedes come un’operazione strategica che permetterà ad Alpine di canalizzare i fondi nello sviluppo telaistico e aerodinamico della monoposto. Sono stati, infatti, evidenti i problemi legati al peso della A524 in Bahrain, e la “dieta” della monoposto ha richiesto un po’ di tempo.
“Se abbiamo deciso di fermare lo sviluppo del motore F1 2026, non è perché non credevamo più alle performance future di quest’ultimo, ma perché vi è un’equazione economica talmente sfavorevole ai motoristi della F1 che sarebbe stato meglio per Alpine impiegare le risorse allo sviluppo del proprio marchio e a dei nuovi progetti”, ha dichiarato il manager.
Sull’equazione economica sfavorevole ai motoristi di F1, il vicepresidente Alpine spiega che fino al 2025 il tetto massimo per il reparto motori è di 95 milioni di dollari, per poi aumentare fino a 135 nel 2026.
Tuttavia, c’è un problema: “Questo tetto è troppo alto, perché integrando tutte le spese, saremmo sui 180-190 milioni di euro annuali per lo sviluppo del motore. Il quadro normativo consentirà, ad anni alterni, di rifare l’intero sistema di recupero dell’energia elettrica o l’unità di combustione interna. In un ciclo di 4-5 anni, questo rappresenterà circa un 1 miliardo di dollari di investimento”.
La mossa di Alpine intende imitare il modello McLaren?
Potremmo quindi dire che, tramite questo accordo, Alpine intende sviluppare altre aree della monoposto grazie al netto risparmio dell’aria motori, provando magari ad imitare la crescita di McLaren per ritornare a lottare per i podi e per le vittorie come accadeva in passato. Non ci resta che attendere il responso della pista per valutare la scelta dei dirigenti Renault.
La reazione in patria: Alpine rischia di perdere la propria identità francese?
Conosciamo bene i nostri cugini transalpini e, sappiamo quanto siano orgogliosi. Seppur non ai livelli della passione di noi italiani per Ferrari, questa decisione ha deluso molti appassionati francesi del motorsport. Già la sede di Alpine F1 non è in Francia bensì in quel di Enstone, e adesso la monoposto del 2026 non monterà più le power unit prodotte a Viry-Chatillon, ma un motore di nascita anglo-tedesca.

Molti tifosi hanno parlato di una perdita d’identità. Alpine, a detta loro, dovrebbe rappresentare l’intera nazione e dovrebbe puntare sul Made in France, in questo caso rappresentato dal costruttore Renault.
Altri hanno parlato di una dichiarazione di inferiorità di Renault, costretta a dover chiedere agli altri competitori del mercato automobilistico, Mercedes, dei motori. Quest’ultimi temono infatti che questa mossa possa rivelarsi tragica dal punto di vista delle vendite delle automobili targate Losanga.
Ma vi è comunque qualche tifoso che ha cercato di trovare il lato positivo in questo accordo. Se l’ambizione di Alpine è di risparmiare per cercare di tornare competitivi, allora ben venga la mossa. È chiaro che in patria questo accordo non è stato preso bene, ma come si è detto prima, solo la pista potrà valutare la decisione del management transalpino.
Crediti foto: F1, Alpine