La F1 sta per entrare nel nuovo ciclo delle unità di potenza che scadrà nel 2030. Dopo un lungo periodo segnato dalla complessità estrema dei motori ibridi turbo associati ai motogeneratori MGU-H e MGU-K, la FIA ha scelto di semplificare leggermente il propulsore tornando a soluzioni meno “delicate” L’abolizione dell’MGU-H è un passo in questa direzione, cosa che sembra andare incontro alle esigenze di contenimento dei costi, ma che porta con sé nuove sfide legate alla gestione della componente elettrica, ora più centrale e “pesante” nel funzionamento della vettura.
La riorganizzazione del bilanciamento tra motore a combustione e sistema ibrido ha sollevato dubbi e dibattiti all’interno dei team, lo abbiamo riportato diverse volte nella fase di definizione delle norme di riferimento. L’attuale configurazione prevede un rapporto di circa 50/50 tra potenza termica ed elettrica, ma alcuni piloti e direttori tecnici hanno sollecitato una modifica verso una distribuzione più orientata al termico, con ipotesi di 60/40 o addirittura 65/35. Scelte non accolte dal legislatore che ha ritenuto infondate le preoccupazioni che riguardano le prestazioni in gara. I team si chiedono se le nuove PU sono in grado di gestire i cicli di ricarica sulle lunghe distanze.

Parallelamente, la FIA e il presidente Mohammed Ben Sulayem hanno riaperto il dibattito sul possibile ritorno a motori V8, con una quota minima di elettrificazione. Un’ipotesi che lascia intravedere come la strategia ibrida avanzata possa non aver raggiunto gli obiettivi tecnici ed economici prefissati. Alcuni analisti ritengono che le difficoltà derivino da stime dei costi troppo ottimistiche o da una sottovalutazione della complessità ingegneristica richiesta, problemi che potrebbero condizionare la competitività dei team, soprattutto quelli con risorse limitate o quelli che subentrano come Audi e Cadillac.
Stefano Domenicali, CEO della Formula 1, mantiene un atteggiamento prudente ma non censorio. Pur confermando la fiducia nei tecnici e nel percorso intrapreso, non esclude che un futuro ritorno a propulsori più tradizionali, alimentati da carburanti sostenibili e con una certa quota elettrica, possa rappresentare una soluzione equilibrata. Una scelta in grado di coniugare la riduzione dei costi con le aspettative degli appassionati, da sempre attratti dalla sonorità e dalla storia dei V8 e V10, ma attenti anche alla sostenibilità ambientale del motorsport.
Il tema dei costi rimane centrale. Ridurre le spese pur mantenendo i ricavi significa migliorare la redditività dei team, un aspetto chiave per garantire la stabilità del campionato e attrarre nuovi investimenti. In quest’ottica, Domenicali ha indicato come possibile soluzione l’adozione di componenti standardizzati per elementi fondamentali ma meno visibili al pubblico, come la parte ibrida, il cambio e i freni. Queste misure consentirebbero di concentrare le risorse sullo sviluppo di tecnologie distintive e applicabili anche al di fuori della pista, senza penalizzare l’appeal della categoria.

“È evidente – ha spiegato il manager imolese – che ciò che non rappresenta un valore tecnologico distintivo per la Formula 1 può essere reso comune. Così ci si concentra su quelle aree di innovazione che possono avere ricadute concrete anche nell’industria automobilistica”. Centrale in questo scenario resta il ruolo degli e-fuel: carburanti sintetici in grado di garantire performance elevate e sostenibilità ambientale, elementi chiave per il futuro della categoria.
Il nuovo corso delle power unit non è quindi solo un cambiamento tecnico, ma anche economico e strategico. La semplificazione del motore termico, l’aumento della componente elettrica e il possibile ricorso a carburanti sostenibili rappresentano un tentativo di equilibrare prestazioni, costi e sostenibilità. Tuttavia, l’implementazione di queste scelte dovrà essere attentamente monitorata nei prossimi anni, per evitare che la velocità sul giro secco si traduca in compromessi sul passo gara e che la gestione dei costi resti una sfida più complessa del previsto.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, F1
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