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Home Editoriali

F1 e zone grigie: gode chi le sfrutta, piange chi non sa farlo

La prima gara è lontana, ma la nuova era tecnica è già minata da polemiche: Mercedes e Red Bull sotto accusa, rivali pronte a protestare, FIA chiamata a decidere subito. Saprà farlo o verrà messa in scacco nuovamente da comparti tecnici più preparati di quelli federali?

Diego Catalano by Diego Catalano
20 Dicembre 2025
in Editoriali, News
Tempo di lettura: 4 minuti
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News F1

Il muso in penombra della Ferrari SF-24

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Il mondiale non è ancora iniziato, i test invernali scatteranno tra poco più di un mese (leggi le date), le presentazioni delle vetture non sono imminenti, ma il nuovo ciclo tecnico è già entrato nella sua fase più controversa: quella dell’interpretazione regolamentare. A far detonare le prime tensioni è una disputa tra i produttori di power unit sul tema del rapporto di compressione dei cilindri, un dettaglio tutt’altro che marginale, che tocca il cuore dell’efficienza termica dei motori di F1 2026 e che potrebbe fare una bella differenza laddove conta: sul cronometro.

F1 2026: fatta la legge, trovato l’inganno

Secondo quanto riportato dalla testata tedesca Motorsport Magazin, Mercedes – e forse anche Red Bull Powertrains, che dal 2026 opererà in autonomia con il supporto di Ford – avrebbero individuato una soluzione capace di aggirare, o per meglio dire di interpretare in maniera più spinta, i vincoli previsti dal punto 5.4.3 del regolamento tecnico. L’idea, tanto raffinata quanto controversa, consisterebbe nell’aumentare il rapporto di compressione in condizioni di esercizio, facendo però rientrare il valore nei parametri consentiti quando il motore è spento e misurato a temperatura ambiente. Formalmente legale, sostanzialmente discutibile.

Le power-unit Honda RB Powertrains

Audi, Ferrari e Honda all’attacco

Ferrari, Audi e Honda non sarebbero rimaste a guardare. Le tre case avrebbero già sollecitato un intervento della FIA e sarebbero pronte a presentare una protesta formale già a Melbourne, richiamando il punto 1.5 del regolamento tecnico, quello che stabilisce un principio tanto semplice quanto dirimente: le vetture devono essere pienamente conformi in ogni momento della competizione. Non solo durante le procedure di verifica, ma anche – e soprattutto – quando sono in pista.

Il regolamento, del resto, è piuttosto chiaro nella sua formulazione: “Nessun cilindro del motore può avere un rapporto di compressione geometrico superiore a 16.0. La procedura per misurare questo valore sarà specificata da ciascun produttore di power unit in base al documento guida FIA-F1-DOC-C042 e eseguita a temperatura ambiente”. Ed è proprio qui che si annida la zona grigia. La norma definisce il limite, ma lega la misurazione a una condizione statica che non riflette lo stato reale del motore in esercizio.

F1 FIA
Bandiere della FIA e della F1

La posizione della Federazione

La risposta della FIA, affidata a un portavoce, conferma implicitamente la complessità del tema: “La dilatazione termica può influenzare le dimensioni a temperatura di esercizio, ma le normative attuali non richiedono misurazioni a temperature elevate. La questione continuerà a essere discussa nei forum tecnici con i produttori di motori. La FIA esamina costantemente tali questioni per garantire equità e chiarezza. In futuro potrebbero essere prese in considerazione modifiche ai regolamenti o alle procedure di misurazione”. Una dichiarazione che, più che spegnere il fuoco, rischia di alimentarlo.

Zone grigie: bravo chi le sfrutta

Il punto centrale, però, va oltre il singolo caso tecnico. Le zone grigie esistono da sempre in Formula 1 e non rappresentano una deviazione dal sistema, ma una sua componente strutturale. Vince chi sa interpretarle meglio, chi riesce a spingersi fino al limite senza oltrepassarlo. Chi resta indietro, spesso, non perde in silenzio: protesta, chiede chiarimenti, invoca interventi correttivi. È sempre stato così.

Il problema nasce quando queste dinamiche esplodono prima ancora che il campionato abbia inizio, in un contesto che avrebbe bisogno di stabilità per accompagnare una transizione tecnica epocale. Se già in fase di avvio si parla di proteste, di soluzioni borderline e di regolamenti potenzialmente da riscrivere, significa che qualcosa nel processo di governance non ha funzionato come avrebbe dovuto.

F1 2026 Tombazis
Nikolas Tombazis, direttore delle monoposto FIA

La FIA si trova ancora una volta nella posizione scomoda di arbitro chiamato a decidere dopo che la partita è già iniziata. O sta per iniziare, come nel caso di specie. Monitorare, discutere nei forum tecnici, valutare modifiche future: tutto legittimo, ma forse insufficiente. Perché il rischio è che la nuova era dei motori 2026 venga percepita fin dall’origine come un terreno instabile, segnato da sospetti e interpretazioni divergenti.

Non è un bel modo di inaugurare un nuovo ciclo tecnico. La Formula 1 avrebbe bisogno di certezze, non di polemiche preventive. E invece, ancora una volta, il mondiale deve fare i conti con un regolamento che promette chiarezza, ma genera conflitto ancor prima che il semaforo si spenga.


Crediti foto: F1, Honda, Scuderia Ferrari HP

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Tags: AudiF1F1 2026FerrariFIAHondaMercedesNewsRed Bull
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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