Il Gran Premio di Las Vegas non apre solo l’ultima fase del mondiale 2025, quella decisiva visto che assegna la corona d’alloro per antonomasia, ma segna anche il punto di contatto tra un campionato ancora da definire e una transizione tecnica già in pieno svolgimento. Con tre gare rimaste, l’esito del titolo piloti e numerose posizioni della classifica costruttori sono tutt’altro che chiusi. Tuttavia, la reale energia dei team si concentra altrove: la preparazione della piattaforma tecnica della F1 2026, un cambio di regolamento che richiede un impiego di risorse senza precedenti.

La nuova generazione di monoposto imporrà una revisione profonda dei concetti aerodinamici, della struttura del telaio e dell’integrazione con le power unit ibride riviste della produzione della “cavalleria”. E proprio questa integrazione, sempre più complessa per via dell’aumento della componente elettrica, sta comprimendo ulteriormente le finestre temporali. Il calendario dei test, anticipato di un mese rispetto alla prassi recente, obbliga le squadre a cristallizzare le scelte progettuali già ora, mentre la stagione attuale è ancora in corso.
Una testimonianza arriva da Alpine. Steve Nielsen, direttore generale della struttura franco-britannica, ha illustrato con precisione quanto la tempistica sia stata stravolta. Il nuovo telaio è già visibile in fabbrica, un’eventualità che in passato non si verificava prima di fine dicembre. L’obiettivo di avere un esemplare assemblato entro metà dicembre nasce da una necessità: la vettura dovrà essere pronta a scendere in pista tre settimane dopo. Significa che il personale rientrato da Abu Dhabi farà appena in tempo a trascorrere qualche giorno con le famiglie prima di tornare a Enstone per assemblare il prototipo definitivo.
L’anticipo riguarda anche un’altra fase critica: i crash test FIA, indispensabili per ricevere l’omologazione del telaio. Alpine conta di sostenere la prova entro due o tre settimane, così da rispettare una catena di montaggio che non può subire rallentamenti. Oggi la fabbrica produce già componenti in serie destinati direttamente al progetto 2026: dalla scocca grezza ancora da rifinire ai gruppi meccanici primari, passando per elementi aerodinamici che verranno validati al banco nelle prossime settimane.
La compressione del calendario influisce anche sulla gestione interna dei reparti aerodinamici, costretti a bilanciare il flusso di lavoro tra il pacchetto 2025 e la galleria del vento impegnata a validare configurazioni del tutto nuove. La transizione al regolamento 2026 comporta infatti la revisione delle mappe di carico, dei diffusori, della geometria delle sospensioni e del modo in cui il telaio lavora con i flussi generati dal sottoscocca, ora più regolamentato e meno “sigillabile” rispetto al ciclo aerodinamico precedente.
Il programma dei test conferma la portata dell’anticipo. La prima sessione privata a Barcellona, dal 26 al 30 gennaio, servirà per verificare l’affidabilità di base e raccogliere le prime correlazioni tra dati simulati e riscontri reali. Seguiranno due sessioni ufficiali: l’11-13 febbraio e il 18-20 febbraio in Bahrain, dove le condizioni ambientali permetteranno di lavorare su cicli più lunghi e sulla gestione termica, uno dei nodi principali della nuova generazione di power unit.

In parallelo, alcune squadre hanno già avviato la parte più “pubblica” della preparazione. Red Bull presenterà le livree della vettura 2026 e di quella dei Racing Bulls in un evento a Detroit, segnale di una transizione strategica ormai in fase matura. Non si tratta di semplici anticipazioni estetiche: la presentazione anticipata è un modo per scandire la narrativa del nuovo ciclo tecnico, sottolineando come la gestione del progetto 2026 sia ormai la priorità assoluta.
Il paddock si trova così di fronte a un inverno compressissimo, con personale chiamato a sostenere ritmi produttivi più serrati rispetto agli ultimi anni. Il cambio regolamentare, unito all’anticipo dei test, sta modificando l’intera organizzazione dei team, che devono conciliare la chiusura del mondiale 2025 con la consegna dei primi esemplari delle monoposto 2026. È un equilibrio delicato, che richiede rigore nella pianificazione e la capacità di adattarsi a un ciclo di sviluppo privo dei tradizionali tempi morti.
Il risultato è una Formula 1 che corre su due binari: da un lato la lotta in pista per gli ultimi punti, dall’altro la costruzione di una nuova era tecnica che si sta materializzando molto più rapidamente rispetto alle transizioni precedenti. Las Vegas, in questo contesto, è solo la superficie: sotto, i team stanno già correndo verso il 2026 con un’intensità che raramente si era vista nel recente passato.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Alpine, F1
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