Mentre l’attenzione della F1 resta rivolta al 2026, ossia all’anno del grande cambiamento tecnico in arrivo con le nuove monoposto e le power unit ibride di nuova generazione, nei piani della FIA e della FOM si sta discutendo un ulteriore passo: ridefinire il ritmo e la struttura dei weekend di gara. L’obiettivo è duplice: ottimizzare lo spettacolo e migliorare la gestione sportiva degli eventi, soprattutto alla luce del crescente numero di Sprint e di un calendario sempre più denso.
Secondo The Race, le discussioni si sono intensificate negli ultimi incontri del Comitato Consultivo Sportivo (SAC), dove sono emerse tre proposte cardine che dovrebbero approdare alla prossima Commissione F1, composta da FIA, FOM e team. Se una di queste dovesse ricevere il via libera, l’introduzione potrebbe avvenire già nel 2026, insieme al nuovo regolamento tecnico.

F1 2026 – Weekend Sprint: più tempo in pista dopo le bandiere rosse
Il primo tema tocca un punto sensibile del format Sprint, dove i team lamentano da tempo la scarsità di tempo utile per le prove libere. Attualmente, il venerdì prevede una sola sessione di FP1 di 60 minuti, che spesso viene interrotta da bandiere rosse senza possibilità di recuperare il tempo perso.
La proposta prevede che, solo nei weekend Sprint, il tempo neutralizzato da una bandiera rossa possa essere recuperato a fine sessione, fino a un massimo di 15 minuti aggiuntivi. In questo modo, le squadre avrebbero più margine per completare i propri programmi di lavoro, senza alterare il resto della giornata.
La modifica sarebbe di facile applicazione, ma richiederebbe un piccolo aggiustamento nel regolamento: oggi la Sprint Qualifying deve iniziare tra due ore e mezza e tre ore e mezza dopo la fine delle FP1. Un margine, in teoria, sufficiente per accogliere un’estensione di 15 minuti, ma che in circuiti soggetti a meteo incerto – come Interlagos – potrebbe complicare la gestione dei tempi.
F1 2026 – Qualifiche: verso segmenti più lunghi con più auto in pista
Un altro fronte aperto riguarda le qualifiche tradizionali, che subiranno una modifica naturale con l’arrivo di Cadillac nel 2026: il numero di auto in griglia salirà a 22. Di conseguenza, aumenteranno anche le vetture eliminate in Q1 e Q2 – sei per ciascun segmento – lasciando comunque i soliti dieci posti disponibili in Q3.
Questa evoluzione, però, comporta un rischio ben noto: il traffico. Negli ultimi anni, si sono moltiplicati i casi in cui alcuni piloti non riescono a lanciarsi per l’ultimo tentativo a causa del congestionamento in pit lane o del tempo scaduto mentre provano a crearsi spazio in pista.
Per ridurre il rischio di “timeout” in pista, una delle proposte avanzate dai team prevede di estendere leggermente la durata del Q1 e del Q2, aggiungendo uno o due minuti extra a ciascun segmento. Il tempo complessivo della sessione di qualifica (un’ora) resterebbe invariato: il recupero avverrebbe tagliando parte delle pause attuali, di sette minuti tra Q1 e Q2 e di otto tra Q2 e Q3. Una modifica semplice ma potenzialmente decisiva per migliorare il flusso in pista e ridurre le situazioni di pericolo o confusione strategica.

F1 2026 – Gare più uniformi nella durata
L’ultima proposta tocca un aspetto apparentemente secondario ma con importanti risvolti televisivi: la durata effettiva dei Gran Premi. Oggi il regolamento impone una distanza standard di 305 km (con l’eccezione di Monaco, limitato a 260 km), ma la grande variabilità delle velocità medie tra circuiti come Monza e Singapore fa sì che il tempo complessivo di gara oscilli enormemente, da poco più di un’ora a oltre un’ora e quaranta.
Secondo quanto riferito da The Race, la F1 Commission starebbe discutendo l’ipotesi di standardizzare la durata temporale delle gare, in modo da garantire un intervallo più prevedibile e uniforme per broadcaster e pubblico globale. Ciò potrebbe tradursi, in teoria, in un allungamento di gare rapide come Monza e un accorciamento di eventi lenti come Singapore.
L’idea di ridurre la lunghezza di alcune corse non è nuova, ma finora ha trovato poco consenso nel paddock: la tradizione della Formula 1 resta legata a un equilibrio tra resistenza e velocità, e molti team considerano la varietà dei tracciati un elemento da preservare. Tuttavia, l’argomento resta sul tavolo e potrebbe riemergere con forza se la FOM dovesse insistere su una maggiore armonizzazione televisiva.

Un 2026 da laboratorio
L’anno 2026 si preannuncia come una vera cesura nella storia moderna della Formula 1: nuove vetture, nuove power unit, nuovi materiali e, forse, un weekend di gara dal volto diverso. In un’epoca in cui la competizione deve convivere con la spettacolarizzazione, il calendario espanso e le esigenze mediatiche, ogni modifica al formato assume il valore di un esperimento.
Se le idee discusse troveranno spazio nei regolamenti futuri, la Formula 1 potrebbe entrare in una nuova fase di equilibrio tra tecnica e intrattenimento. Ma come spesso accade, la differenza la farà la politica dei team: la capacità (o la volontà) di trovare un compromesso che renda la rivoluzione del 2026 non solo un cambio tecnico, ma una vera evoluzione del DNA della categoria.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, F1
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