Il pilota di sviluppo della Aston Martin, Jak Crawford, ha offerto uno sguardo sui progressi della monoposto che segnerà l’era Honda per la scuderia di Silverstone e che dovrà adeguarsi ai dettami del regolamento tecnico che opererà dal 2026 al 2030 . Dalle sessioni al simulatore emergono segnali incoraggianti per quella che potrebbe rappresentare la svolta definitiva del team britannico.
La partnership Honda cambia tutto
L’alleanza con il costruttore giapponese rappresenta il cuore della strategia Aston Martin per il nuovo ciclo regolamentare. Per la prima volta nella sua storia recente, la scuderia potrà contare su una power unit sviluppata internamente insieme a un partner ufficiale, abbandonando la dipendenza dai fornitori esterni che ha caratterizzato gli ultimi anni.
La collaborazione tecnica sta già producendo risultati tangibili. Crawford, impegnato nelle sessioni di sviluppo virtuale, descrive un’evoluzione significativa rispetto alla generazione attuale: “L’aerodinamica attiva rappresenta una sfida completamente nuova. Il comportamento della vettura richiede un approccio diverso, anche se sappiamo che il simulatore non può replicare perfettamente le sensazioni che avremo in Australia“.

Silverstone: il quartier generale della rinascita
Le nuove infrastrutture tecniche stanno rivoluzionando il metodo di lavoro del team di Lawrence Stroll. La galleria del vento di ultima generazione, integrata con i simulatori avanzati, permette uno sviluppo parallelo tra chassis e propulsore senza precedenti nella storia della scuderia.
L’investimento nelle strutture si traduce in capacità operative amplificate. Crawford sottolinea a SoyMotor come questa sinergia stia accelerando i tempi di sviluppo: “La collaborazione diretta con Honda nella progettazione del motore rappresenta un’esperienza inedita per me. Vedere nascere una power unit dall’interno del processo è affascinante“.
Un americano nel cuore dello sviluppo
Per Crawford, il coinvolgimento nel progetto 2026 rappresenta un’opportunità unica di crescita professionale. Il pilota statunitense bilancia gli impegni in Formula 2 con il ruolo nello sviluppo delle future monoposto Aston Martin.
“Mai prima d’ora ho vissuto un cambiamento regolamentare così radicale dall’interno di una squadra di Formula 1“, confessa Crawford. Il suo contributo si estende oltre le sessioni virtuali, partecipando attivamente al perfezionamento dell’attuale AMR25 e gettando le basi per la vettura della rivoluzione tecnica 2026.
La prospettiva temporale appare favorevole: a sei mesi dai primi test collettivi di Barcellona che saranno a porte chiuse (leggi qua), il progetto mostra una maturità che alimenta le ambizioni mondiali della scuderia britannica. L’interrogativo non riguarda più la competitività futura di Aston Martin, ma piuttosto i tempi necessari per concretizzare le potenzialità di questo ambizioso programma tecnico.
Crediti foto: F1, Aston Martin
Seguici sul nostro canale YouTube: clicca qui