La gamma P Zero 2026 rappresenta l’ultima evoluzione del lavoro di Pirelli sull’era tecnica che sta per aprirsi. Cinque compound, dal C1 più duro al C5 più morbido, manterranno valori prestazionali in linea con gli standard attuali, ma con un delta più marcato e soprattutto più costante tra una mescola e l’altra. L’obiettivo è quello di ampliare il ventaglio strategico, costringendo i team a scelte più nette sia nella gestione del passo gara sia nel timing dei pit-stop. I disegni del battistrada intermedio e full wet restano invece quelli già introdotti nel 2025, un segnale di continuità in un’area che si comporta già in modo soddisfacente secondo i tecnici milanesi.
Il cambiamento più evidente arriva dalle dimensioni: per adattarsi alle monoposto più leggere e compatte previste dal regolamento 2026, gli pneumatici diventano sensibilmente più snelli. I cerchi restano da 18 pollici, ma la larghezza del battistrada si riduce di 25 mm all’anteriore e di 30 mm al posteriore. Anche il diametro varia, scendendo di 15 mm davanti e di 10 mm dietro. È un intervento che modifica l’intero equilibrio dinamico delle vetture, influenzando carico aerodinamico, comportamento in inserimento e trazione in uscita di curva.
In questi giorni le gomme 2026 sono già in pista montate su mule car affidate ai piloti ufficiali, un passaggio cruciale per raccogliere dati prima dell’omologazione definitiva fissata al 15 dicembre. Solo allora la gamma completa sarà formalmente approvata secondo il regolamento tecnico FIA.
Il debutto sulle vetture di nuova generazione avverrà nei test di Barcellona, in programma dal 26 al 30 gennaio, ma gli pneumatici saranno mostrati in anticipo anche nei vari team launch previsti nelle prossime settimane. Sarà il primo vero assaggio dell’aspetto che avrà la Formula 1 del futuro, un cambiamento che parte proprio dal contatto più importante di una monoposto con l’asfalto: le gomme.
Crediti foto: Pirelli Motorsport
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