L’aria attorno a Oscar Piastri si fa pesante. Il pilota australiano attraversa un momento complesso dopo aver guidato con relativa serenità le operazioni iridate. Gli ultimi weekend, tra risultati deludenti e tensioni crescenti all’interno della McLaren, hanno alimentato dubbi e voci di fratture ormai difficili da ricomporre.
A entrare nel merito del (presunto) infranto è stato Ralf Schumacher, che nel podcast Backstage Boxengasse, come riportato da GpBlog, ha lasciato intendere come il rapporto tra Piastri e Woking possa essere arrivato a un punto critico. “Dal mio punto di vista, se un pilota ha perso fiducia nel team – o viceversa, come può accadere – è un chiaro segnale che devono esserci delle conseguenze. A volte la soluzione più logica è separarsi”, ha spiegato l’ex pilota tedesco.
Secondo Schumacher, se davvero Piastri non si riconosce più nel progetto McLaren, un futuro in Aston Martin non sarebbe affatto da escludere. “Nel paddock i rumor sono chiari: Aston Martin sta cercando un cambiamento importante per il 2026 o al più tardi subito dopo. Ho l’impressione che Piastri si stia chiedendo se valga la pena continuare a sopportare questa situazione, soprattutto con tutte le critiche e le polemiche che lo circondano”.

Oscar Piastri e la tentazione Aston Martin
Il nome di Piastri, secondo Schumacher, sarebbe già sulla lista dei potenziali sostituti in casa Aston Martin. “Cercano due piloti forti. Uno dei candidati è proprio Oscar Piastri. E posso dire con buona sicurezza che ci sono già dei contatti. Ma anche Charles Leclerc rappresenta un’opzione concreta, se decidesse di accettare la sfida. E non è da escludere che il team di Silverstone possa tentare di anticipare una risoluzione contrattuale, qualora trovasse un’alternativa valida già per la prossima stagione”
L’idea di un’accoppiata Piastri-Stroll o Piastri-Alonso non è così remota (più difficile la suggestione Leclerc che, ad oggi, sembra una boutade). Aston Martin, dopo aver messo su un nuovo quartier generale e rafforzato la propria struttura tecnica con innesti pesantissimi, sembra pronta a compiere un ulteriore passo per assicurarsi una line-up all’altezza delle ambizioni legate all’ingresso della power unit Honda.
Montoya smentisce le voci di sabotaggio
La seconda parte della stagione di Piastri ha destato perplessità: dopo la vittoria di Zandvoort, con Norris fuori gioco per un problema tecnico, il mondiale sembrava ormai indirizzato. E invece, un improvviso crollo di prestazioni – aggravato dalla rinascita del compagno di squadra, in grande forma da Monza fino al trionfo di Città del Messico – ha ribaltato tutto.
Un trend così netto ha spinto qualcuno a ipotizzare addirittura un “sabotaggio” interno ai danni dell’australiano, ipotesi che l’ex pilota Juan Pablo Montoya ha prontamente smentito: “Non credo affatto che ci sia una volontà di danneggiare Piastri”, ha dichiarato. “È normale che, in una lotta serrata come questa, la squadra tenda a favorire inconsciamente chi è più in fiducia o chi sta portando più punti. Ma parlare di sabotaggio è esagerato”.

Oscar Piastri: crisi tecnica o crisi di fiducia?
La verità, probabilmente, sta nel mezzo. Piastri ha mostrato qualche incertezza nelle ultime gare, specie in qualifica, dove il feeling con il posteriore della MCL39 sembra essersi dissolto. Parallelamente, Norris ha trovato una continuità impressionante, trasformandosi nel punto di riferimento tecnico e psicologico del team.
In questo contesto, la sensazione è che qualcosa si sia incrinato anche sul piano umano. La fiducia reciproca – ingrediente essenziale nel rapporto tra pilota e squadra – appare appannata. Il futuro dell’australiano resta dunque uno dei dossier più caldi del paddock. Se davvero dovesse concretizzarsi l’opzione Aston Martin, si aprirebbe uno scenario di mercato dalle conseguenze imprevedibili, con un effetto domino destinato a scuotere l’intera griglia. Una cosa, però, è certa: in Formula 1 la fiducia è tutto. E quando quella si rompe, non basta un contratto per tenerla insieme.
Crediti foto: McLaren F1
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