La Formula 1 è uno sport strano. Alle soglie di una stagione che si prospetta entusiasmante per quanto visto l’anno scorso in termini di prossimità valoriale e per tutte le novità che offre, a partire dalla presenza di Lewis Hamilton in Ferrari, ci si proietta già all’anno successivo. Ossia al mondiale che presenterà una tale rivoluzione regolamentare che tutto quello che abbiamo visto fino ad adesso in termini di gerarchie potrebbe essere totalmente stravolto.
Quello che accadde praticamente nel 2009, quando dal nuovo contesto normativo emerse la Brawn GP, o quanto si verificò nel 2014, quando fu la Mercedes a prendere le redini del comando dopo l’introduzione delle Power Unit turbo-ibride.
Forse è la natura veloce di questa disciplina che tende a far proiettare i protagonisti sempre al domani, o forse semplicemente perché alcuni di questi non credono inconsciamente che il 2025 possa riservare dolci sorprese e quindi sentono la necessità di parlare di ciò che verrà negli anni a venire.
Chi è uscito abbastanza ammaccato dagli ultimi tre anni di monoposto a effetto Venturi è sicuramente la Mercedes, quella scuderia che aveva dominato nella precedente era regolamentare e che non è mai riuscita ad adattarsi al nuovo contesto. Cinque vittorie in quattro anni, un terzo, un secondo e un quarto posto: questi i risultati nei campionati 2022, 2023 e 2024. Score modesti che diventano pessimi se confrontati col cammino effettuato precedentemente e se si sovrappongono a quelli della Red Bull, che in tre anni ha vinto cinque titoli.
Ma è forse il confronto con la McLaren quello che mette a nudo le difficoltà della Stella a Tre Punte: in pochissimo tempo, un team cliente è riuscito a raggiungere e superare in scioltezza il fornitore di propulsori, vincendo un titolo costruttori e dimostrando che alcune parti concepite per le vetture anglotedesche erano perfettamente idonee a puntare in alto.

Mercedes: un motore in grado di fare la differenza
Volendo osservare le cose da un punto di vista più ottimistico, si può riscontrare che il propulsore prodotto nel reparto High Performance Powertrains di Brixworth è in grado di competere ad armi pari col motore concepito dalla Honda. E questa è una buona notizia in chiave 2025, un fattore che psicologicamente è anche un’iniezione di fiducia nell’approssimarsi alla nuova era motoristica del 2026.
Proprio a tal riguardo molti osservatori ritengono che Mercedes possa essere una delle realtà favorite. Qualche spiffero – tutto da confermare perché i reparti motori sono dei veri e propri caveau di massima sicurezza – rivela che l’ex comparto della Ilmor sia avanti alla concorrenza in termini di progetto e di prestazioni prodotte. Congetture per ora, ma è verosimile ritenere che Mercedes, come ha sempre fatto negli ultimi lustri, si presenterà con un’unità propulsiva molto efficiente.
Nel 2026 potrebbe istaurarsi una nuova “formula motore”, considerando la portata dei cambiamenti che verranno apportati ai cuori pulsanti delle vetture di Formula 1. Mercedes non vuole farsi trovare impreparata e lavora per confermarsi il punto di riferimento della categoria. Che lo possa essere è confermato anche dalle mosse di Alpine che, dopo aver archiviato il programma F1 di Viry-Chatillon, ha deciso di puntare sui motori della stella a tre punte, che sono ritenuti un fiore all’occhiello su cui fondare un progetto di riscatto tecnico e sportivo.

F1 2026, Mercedes: Toto Wolff allontana la pressione
Proprio col fine di smorzare questi entusiasmi che ruotano intorno al progetto 2026, Toto Wolff ha voluto brevemente fare il punto della situazione, allontanando speculazioni e giudizi che non fanno altro che mettere pressione senza che vi siano basi fondanti su cui erigere un castello probatorio.
Il dirigente di Vienna si è limitato a dire che gli ingegneri a Brixworth stanno operando bene e stanno soddisfacendo alcune aspettative impostate a tavolino. Tutti stanno spingendo per raggiungere gli obiettivi prefissati, che sarebbero stati per ora centrati. Insomma, Mercedes è in linea con la tabella di marcia: questa è l’ammissione di Wolff, che si limita a osservare ciò senza alimentare false speranze.
F1 2026: Mercedes e Ferrari unici reparti motore che vanno in continuità
Il team principal ha osservato che ogni valutazione risulta errata poiché non si sa a che livello siano gli avversari. La sensazione è che i gruppi che possano godere di un piccolo vantaggio dato dalla continuità siano proprio Mercedes e Ferrari, che non hanno subito stravolgimenti nei loro comparti.
Honda, che non ha chiuso la sede di Sakura, ha però ridimensionato pesantemente il personale dopo aver deciso di dire addio alla Formula 1. Solo dopo aver rivisto questa scelta si è ripreso a rimpolpare il gruppo progettuale che adesso lavora in sinergia con Aston Martin. Ma potrebbe aver accumulato un piccolo ritardo che potrebbe pesare al “Pronti Via”.
Le vere incognite sono due: una è Audi, che debutta in Formula 1 e potrebbe scontare lo scotto del noviziato, come accadde proprio a Honda nel 2015, quando si presentò nella massima serie con un motore che, prima di diventare un gioiello della tecnica, un punto di riferimento, ha dovuto scontare anni di pene e umiliazioni assortite. Ricorderete il famoso team radio di Fernando Alonso che lo definiva un “GP2 engine”. Non è questo l’augurio che si fa alla casa dei Quattro Anelli, che però è ben conscia che potrebbe impiegare più tempo per arrivare a un livello prestazionale consono per sfidare i grandi colossi presenti da tempo in Formula 1.
L’altro punto interrogativo è rappresentato da Red Bull Powertrains. La nuova struttura di Milton Keynes fa chiaramente affidamento sul know-how acquisito in questi anni con Honda e sulle competenze “rubate” anche a Mercedes in una campagna acquisti molto aggressiva operata da Christian Horner. Ma non sarà facile competere con i colossi dell’automobile, anche con l’alleanza strategica e commerciale con Ford, che si occuperà prettamente della parte elettrica, fornendo accumulatori e competenze su questo frangente.

Quello della Red Bull è quindi l’ennesimo azzardo che potrebbe pagare, ma che comporta anche dei rischi che porterebbero il team a dover aspettare qualche anno in più per alzare l’asticella delle prestazioni. Per queste ragioni, e per quanto la storia ha insegnato, Mercedes viene considerata un po’ da tutti la realtà ingegneristica da battere, con una Ferrari che stavolta non dovrebbe essere impreparata come accadde nel 2014.
Con un 2025 tutto da scrivere, dunque, Toto Wolff getta acqua sul fuoco in vista della nuova stagione regolamentare del 2026, togliendosi dal cono pressorio e provando ad allontanare tutte quelle voci che dipingono Mercedes come assoluta favorita.
Questa volta non si tratta di una strategia aziendale, ma di un atto di onestà intellettuale: in questa fase è davvero impossibile attribuire patenti da favoriti, visto che gli elementi a disposizione di analisti e osservatori sono veramente prossimi allo zero.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Oracle Red Bull Racing, McLaren F1